sabato 8 novembre 2008

Ti ringrazio, Valentina


Carissima Valentina,
prima che tu arrivassi mi chiedevo se tu fossi il solito ingegnere che pensa solo ai numeri e ragiona per prospetti e per equazioni matematiche. Ed invece mi sono davvero sbagliato. Sei una persona dolcissima, che sa stare con gli handicappati in maniera veramente speciale. Ma sei anche una donna squisita nella compagnia che ci siamo fatti alla sera dopo cena. Attorno ad una chitarra sei veramente eccezionale: non potevo credere che tu conoscessi tutte le canzoni dei Beatles a memoria, ed in lingua originale.
Accetta queste mie semplici parole, per dirti grazie del tuo instancabile operato presso i nostri Buoni Figli, per il tuo entusiasmo e per la tua amicizia.
Ci mancherai. Mancherai soprattutto a Kimani e a tutti i nostri ragazzi che hanno imparato ad apprezzare i tuoi servizi e le tue attenzioni. Ma mancherai anche ai giovani Fratelli a cui hai dato tanta amicizia.
A presto. Beppe.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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