giovedì 2 aprile 2009

Riflessioni giornaliere dal Diario di Padre Pasquale SSC su alcuni "Detti e Pensieri" di S. Giuseppe Cottolengo, a cura di Lino Piano


Numero 12

La vera devozione nella Piccola Casa consiste nel recitare le orazioni comuni; e poi adoperarsi corpo e anima al servigio del povero, e vincere qualunque ribrezzo o ripugnanza nell’esercizio della carità.

Riflessione

Beati i poveri… coloro che hanno fame e sete di giustizia… i perseguitati… Gesù non si è accontentato di essere vicino ai rifiutati, alle Marie Maddalene, ma è divenuto Lui stesso un rifiutato. Ha accettato di essere un respinto, un cacciato, un crocefisso. E’ venuto a rivelare che Dio ha un amore più grande per il rifiutato.
La Piccola Casa diventa per il Cottolengo il “banchetto di nozze” rifiutato dai “normali” troppo presi dai loro affari per rispondere all’invito del re e la “ mano tesa” per accogliere i rifiutati da tutte le parti per fare festa in famiglia e gioire insieme.
Il “banchetto eucaristico” è la mensa autentica della Piccola Casa, il luogo privilegiato dove gioie e dolori, sofferenze e successi, vengono condivisi e trasformati in “vera devozione” dal Cristo che ci fa scoprire fratelli e sorelle e impariamo l’arte del servire.
Gesù Maestro dell’arte di servire, capolavoro dell’amore.

Don Pasquale Schiavulli


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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