Numero 143
Distribuite pure il solito cibo agli ammalati ed ai sani; perché se a quest’oggi che è quest’oggi la Divina Provvidenza ha già pensato, a domani che è domani la medesima Divina Provvidenza ci penserà.
Riflessione
Dobbiamo avere fede nella persona umana; altrimenti corriamo il rischio di diventare puramente competitivi e di assumere atteggiamenti paternalistici nei confronti dei deboli.
La Piccola Casa deve diventare sempre più Casa che accoglie, aperta a tutte le sofferenze: aprire le braccia, gli occhi, il cuore perché questa Casa della Divina Provvidenza diventi luogo dell’incontro e della comunione, della pace e del dono.
Aprirci agli altri e soprattutto a quelli che sono diversi da noi, significa considerarli non come rivali da giudicare e da rifiutare, ma come fratelli e sorelle nella grande Famiglia della Chiesa, persone capaci di trasmetterci quella luce di verità che c’è dentro di loro e persone con cui si può vivere una comunione.
L’apertura non è debolezza, non è una tolleranza vissuta senza darsi pensiero della verità e della giustizia; è simpatia e apertura nei confronti delle persone e in particolare dei deboli, dei poveri, degli emarginati, per vivere una comunione con loro e ricevere il loro dono.
Aprirsi significa allargare la tenda del proprio cuore.
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