domenica 5 aprile 2009

Sentimenti a caldo di una cara amica

E’ passato pochissimo dalla mia partenza da Chaaria ma mi sembra un secolo....
questi giorni sono stati pesanti, difficili....sono tornata a lavorare subito
il lunedi ed è stato come essere catapultati di colpo in un'altra realtà così
diversa da quella che amo e che fino a pochi giorni prima stavo cominciando ad
amare anche negli aspetti più difficili...mi sono ritrovata ad assistere
pazienti diversi, attorniata da persone che sanno solo pretendere la perfezione
da te e la vogliono subito perchè qui non c'è tempo di pensare...qui non siamo
in Africa....qui siamo migliori.........
Certo ho rivisto i miei colleghi che , chi più chi meno, mi hanno ricoperta
di attenzioni e curiosità...ma che ferita ogni volta ripensare alla mia vita
laggiù con voi, parlarne e sognarci su per poi dopo poco ritornare coi piedi
per terra e lavorare....Sono stati giorni in cui non ho smesso un attimo di
pensare a voi, a Chaaria, alle vostre attività, ai pazienti, ai bambini....Ogni
momento penso....ora stanno lavorando,ora forse pranzano, ora forse Beppe sta
facendo uno dei suoi super cesarei e Pinu....Pinu sicuramente è in giro che
corre a destra e sinistra come una trottola finchè poi si ricordera’ di essere
anche lei umana e sentirà una fame tremenda o dovrà correre in bagno....
ovviamente tutto di corsa perchè il suo tempo non è suo.....non è per se
stessa...
Nella mia testa ci sono tanti, tantissimi pensieri che girano
vorticosamente....ogni tanto lo spirito di razionalità prende il sopravvento e
mi fa fare un bel respiro obbligandomi a riconoscere di non essere più a
Chaaria ma di essere in Italia, di nuovo alla vita di sempre, con responsabilità
diverse e con accanto persone che si aspettano da me di essere come prima....Ma
non lo sono più...
I miei occhi hanno potuto vedere situazioni drammatiche quasi irreali e al
tempo stesso immagini estremamente belle, meravigliose...miracoli del
Signore....bambini, sorrisi, abbracci....
Non ho fatto delle scoperte, ho avuto delle conferme.....la conferma che la
mia anima è fatta per vivere così, nella semplicità e insieme nell'enorme
ricchezza di una vita in mezzo a persone che sanno dare valore ad un sorriso.
Chissà se col tempo le persone che qui mi vivono accanto capiranno questo mio
essere....Chissà se mi sarà data davvero la possibilità di cambiare la mia vita
e direzionarla verso ciò che sto amando con tutta me stessa e di cui sento una
mancanza enorme.
Mi sto dando un po' di tempo ed in realtà in questi giorni sto solo cercando
di tornare a galla per prendere aria, ho il timore di fare scelte dettate
dall'istinto (ma in fondo noi siamo animali dotati di istinto, quindi sarebbe
sbagliato? Non lo so…) e poi sarebbero cambiamenti importanti....Di sicuro mi
dovrò mettere in gioco totalmente...cambiare reparto, colleghi, abitudini,
dovrei studiare e ricominciare quasi da zero......ma se tutto questo mi porterà
a realizzarmi nuovamente in campo lavorativo e soprattutto mi permettera’ di
realizzare il mio sogno ( perchè per ora è un sogno...) allora sono contenta e
dentro di me sono sicura che ce la farò! Chissà se il Signore la pensa come
me.....
E poi c'è chi mi chiede...e Medici Senza Frontiere? Hai fatto tanto per poter
avere il curriculum da loro richiesto, e adesso? Adesso posso solo rispondere
che quando ero a Chaaria attorno a me non c'erano solo persone ed attività ma è
stato sempre presente l'alone di chi ci guarda da lassù, chi ci indirizza, ci
ascolta e ci protegge...chi rende la Messa domenicale in ospedale fantastica,
la Via Crucis del venerdi sera un momento di gioia, le Lodi delle 6 del mattino
un buongiorno esilerante!
Sono sicura che sai di chi sto parlando, d'altronde son venticinque anni che
ci vivi insieme!!!
Sogno di tornare da te più brava e preparata per poter essere un aiuto
valido...chi lo sa, potrei andare a lavorare in sala operatoria per poter
essere un giorno, la tua strumentista preferita per i cesarei notturni!!!!

Una volontaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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