domenica 10 maggio 2009

Grazie ad Antonio e Daniela

Carissimi Antonio e Daniela,
quando oggi ho saputo che mi avete voluto adottare nella vostra famiglia, mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. Grazie veramente di cuore. Vi mando la mia foto con un sorriso che vuole dirvi quanto apprezzi quello che state facendo per me.
E' strano come, proprio quando ti senti piu' sola, poi il Signore arriva e ti concede grazie e aiuti che nemmeno potevi sperare.
Sto facendo l'esperienza di aver toccato il fondo della disperazione, ma ora pian piano sto risalendo la china: c'e' qualche segno di speranza anche per la mia deambulazione, le piaghe da decubito si sono chiuse, a Chaaria mi vogliono tutti bene (pensate che anche le treccine mi sono state fatte da membri dello staff che hanno sacrificato i loro tempo libero)... e poi ora ci siete voi, che sostituite i genitori che non ho conosciuto, e date una grossa mano alla mia nonna che ha molti problemi a mantenere i miei studi, ed ora il mio lungo ricovero in ospedale.
Accogliete la mia gioia, il mio grazie e la mia preghiera a Dio per tutte le vostre intenzioni.
Un abbraccio,


Naomi



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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