domenica 21 giugno 2009

Richiesta di aiuto per il pagamento delle medicine


Carissimi amici del blog,
indubbiamente gestire un ospedale nel Terzo Mondo non e’ facile, anche se la Casa Madre ci sostiene, e nonostante i grandi aiuti economici che puntualmente riceviamo tramite i volontari ed i benefattori.
Dal gennaio 2008, abbiamo avuto difficolta’ crescenti nell’amministrazione ordinaria del nostro Centro, prima a causa di una elevatissima inflazione che ha fatto salire i prezzi in modo esponenziale; poi a causa della recessione mondiale che in qualche modo sta avendo un impatto anche sui Paesi in via di sviluppo, e non ultimo a causa della siccita’ che anche quest’anno ha falcidiato le campagne in molte parti della Nazione, rendendo scarse e costose le scorte alimentari.
Nel 2007 compravamo un sacco di fagioli con 2000 scellini, mentre ora ne paghiamo circa 4000. Due anni fa un pacco di pancarre’ veniva 25 scellini, mentre ora ne costa 40. Il prezzo dell’elettricita’ e’ quasi raddoppiato.
Anche i costi delle medicine continuano ad andare su: nel 2007 preventivavamo una uscita media di 900.000-1.000.000 di scellini al mese per l’acquisto dei farmaci. Nel 2009 non riusciamo mai a fare un ordine che sia al di sotto di 1.800.000 scellini.
Non parliamo poi dei reagenti di laboratorio, il cui prezzo e’ sempre piu’ proibitivo.
Farmaci.jpgNaturalmente il costo della vita e’ salito non soltanto per noi, ma anche per la gente comune, che fa sempre piu’ fatica a pagare le spese ospedaliere ed i famaci necessari alle loro condizioni morbose. Proprio per questo non ci siamo sentiti di aumentare i prezzi del Cottolengo Mission Hospital, se non con ritocchi minimi e per prestazioni che non siano salvavita (vedi per esempio una cura conservativa dentaria).
Il continuo aumento del costo dei generi alimentari, dei farmaci, del diesel per il generatore, della elettricita’, sta mettendo a dura prova le nostre finanze: abbiamo sempre cercato di non tardare nel pagamento degli stipendi, perche’ sappiamo che sarebbe un’ingiustizia. Anche sulle tredicesime e sugli aumenti di salario dovuti agli scatti di contingenza, abbiamo tentato di essere assolutamente puntuali.
Facciamo poi in modo di non dilazionare mai nel pagamento dell’elettricita’, per non rischiare la sconnessione, che poi ci causerebbe un altro buco economico, dato dall’impiego del generatore che consuma un sacco di diesel.
Purtroppo al momento abbiamo un enorme debito con la ditta che ci fornisce i farmaci: in data odierna il debito e’ di 3.835.968 scellini.
Da un mese a questa parte abbiamo deciso di mettere da parte 150.000 scellini dell’incasso settimanale specificamente per questo debito. Per la fine del mese credo che saremo in grado di pagare circa 1.200.000 scellini dai risparmi dei nostri incassi e da alcune donazioni.
Le medicine in magazzino dureranno ancora fin verso la fine di luglio, e noi continueremo a mettere da parte i 150.000 scellini alla settimana (di piu’ non possiamo perche’ abbiamo tutte le altre spese della gestione ordinaria, oltre ai soliti guasti automobilistici e riparazioni di macchinari vari, che pesano non poco sul budget della Missione e sono purtropo imprevedibili). Tramite gli ultimi volontari, abbiamo avuto varie offerte libere (cioe’ non vincolate a questo o quel progetto specifico: vedi microscopio o lettino per trazioni), e le abbiamo gia’ destinate al pagamento delle medicine.
Quando alla fine di luglio non avremo piu’ farmaci, bende, disinfettanti, aghi e materiale di consumo, e dovremo nuovamente fare l’ordine...dobbiamo aver pagato il nostro debito in toto. Altrimenti la Compagnia rifiutera’ di servirci.
Spesso, amici e simpatizzanti mi scrivono chiedendomi uno scopo specifico per la raccolta di soldi, magari durante una scatolata parrocchiale, una lista nozze, un lutto familiare. Mi dicono che avere un progetto specifico e verificabile e’ molto piu’ attraente per la gente, perche’ tutti sono un po’ restii alle offerte a fondo perduto, che poi non si sa mai come vengono utilizzate.
Ebbene, questo e’ un progettino che vi offro ed a cui vi chiedo di collaborare, se potete e se credete. E’ per me una grande ansia, perche’ c’e’ sempre lo spauracchio di dover chiudere l’ospedale non perche’ non abbiamo pazienti e quindi forse non veniamo piu’ apprezzati dalla gente, ma semplicemente perche’ i nostri magazzini sono vuoti e la ditta non ci fa piu’ credito.
Abbiamo anche un tempo davanti a noi. Pure questo puo’ aiutare nella concretezza. Dobbiamo farcela a coprire questo buco di circa un milione e seicentomila entro la fine di luglio.
Il Cottolengo era avvezzo a queste situazioni in cui non sapeva neppure se l’indomani avrebbe avuto cibo da mettere sul tavolo dei suoi ricoverati, e quindi non siamo spaventati... certo pero’ che, onestamente parlando, un po’ ce la sentiamo l’acqua alla gola.
Chi volesse fare una offerta specificamente per questo proposito, potra’ inviare i soldi direttamente sul conto della associazione, specificando sulla causale "PAGAMENTO DEBITO MEDICINE CHAARIA MISSION HOSPITAL".
Sara’ mia premura informarvi quando il debito e’ stato pagato completamente. Vi ringrazio a nome di tutti i malati di Chaaria.




Fr Beppe Gaido




Ps: Il cambio è di 100 scellini per 1 euro.





FarmaciCarrello.jpg


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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