martedì 14 luglio 2009

Paul ed Esther ringraziano

Oggi Esther è stata dimessa (la vedete nella foto con lo scialle bianco sulla testa, insieme al marito in tuta da fisioterapista e ad altri membri della famiglia). Sono tutti felicissimi. Paul mi ha incaricato di convogliare a tutti gli amici il suo ringraziamento per le preghiere e per il sostegno ricevuto.
Ora la piccola ha superato le difficoltà respiratorie dei primi giorni e possono andare a casa senza preoccupazioni. Come ospedale abbiamo offerto il vestitino ed i pizzi che avvolgono la neonata che sarà ricevuta come una reginetta nella nuova casa.


Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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