Il cotone africano è diventato sempre meno competitivo rispetto a quello prodotto in altre Nazioni in cui la meccanizzazione, i concimi e i sussidi governativi consentivano ai contadini di produrre di più e a più basso prezzo.
A partire dalla fine degli anni 90 la gente ha quindi iniziato ad estirpare le piantagioni di cotone, orientandosi ad altre forme di "cash crops": in questo momento a Chaaria oltre alle piantagioni di sussistenza (granoturco, arachidi e fagioli), le coltivazioni più comuni sono quelle del tabacco, che per adesso rende, pur avendo un terribile impatto ecologico (necessita infatti un disboscamento continuo, in quanto la foglia del tabacco viene venduta secca, sopo essere passata per degli essiccatoi a legna).
La fabbrica governativa per la concia del cotone è oggi chiusa per circa 10 mesi all'anno. Queste due foto sono state scattate a Rikana, dove qualcuno ancora ci tenta, anche se magari otterrà circa 80 scellini per un saccone enorme di cotone. A Chaaria di campi come questi non ce ne sono più...
Fr Beppe
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