sabato 11 luglio 2009

Ustioni a Chaaria

Le ustioni sono certo molto frequenti in tutto il mondo, ma penso di poter affermare che nei Paesi in via di sviluppo lo siano molto di piu’. Non succede praticamente mai che a Chaaria non ci sia qualcuno ricoverato per la patologia suddetta.

Spessissimo si tratta di bambini che sono stati investiti da acqua bollente… magari la pentola in cui bolliva si e’ capovolta su di loro. A volte tentavano di vedere che cosa ci fosse in quel contenitore misterioso posto sul tavolo dalla mamma, ed hanno tirato la tovaglia versandosi addosso il contenuto incandescente. Meno frequentemente si tratta di paraffina bollente: i piccoli giocavano vicino ad una lampada a petrolio, l’han fatta cadere ed il combustibile caldissimo li ha investiti.

Ci sono anche ustioni da fuoco vivo, sia per adulti che per bambini: normalmente sono epilettici che hanno avuto una crisi comiziale improvvisa a causa del luccichio delle fiamme.

Ci sono anche pazienti a cui e’ stato appiccato il fuoco deliberatamente: e’ purtroppo pratica comune trattare cosi’ i ladri colti in flagrante, ma non mancano diatribe familiari in cui uno dei litiganti viene scaraventato nel fuoco.

L’ustionato grave richiede da noi molta dedizione, una ingente mole di lavoro, e la capacita’ di cogliere i cambiamenti clinici sui quali intervenire, e che possono essere repentini e molto severi.

Il nursing di questi malati esige tante ore, e necessita di molto materiale (al riguardo rimando al post gia’ pubblicato sul blog riguardo alle MEDICAZIONI A CHAARIA).

E’ estremamente importante che i volontari ed i nostri infermieri eseguano la medicazione evitando posizioni anomale che potrebbero portare a contratture o a deformita’, che necessiteranno in seguito di chirurgia plastica. Riceviamo per esempio molti bambini che hanno tutte le dita attaccate insieme, perché l’infermiere di un dispensario rurale, imprudentemente, ha medicato senza mettere una garza di separazione tra di esse, ma bendandole tutti insieme. Altre volte riceviamo un cliente che ha l’avambraccio saldato al torace da un lembo di cute, in quanto l’ustione era stata medicata avvolgendo una benda attorno al tronco e al braccio adiacente ad esso.

Poniamo tutti gli ustionati sotto copertura antibiotica perchè sappiamo che i nostri cameroni non sono certo ambienti asettici, e siamo coscienti del rischio di sovrainfezioni batteriche. Se si tratta di adulti o di bambini non vaccinati eseguiamo un richiamo antitetanico, nella consapevolezza che una ustione profonda può avere degli anfratti privi di ossigenazione, in cui il clostridio può svilupparsi e complicare il quadro clinico. Abbiamo avuto un caso di morte da tetano in un vecchietto che si era ustionato cadendo nel fuoco a causa di una crisi epilettica: è stata una esperienza terribile. Veder morire di tetano è angosciante e ti lascia sconvolto per il totale senso di impotenza… almeno a queste latitudini.

Il medico deve porre molta attenzione al rischio di disidratazione, legato in parte ad un marcato aumento della permeabilita’ capillare, ed in parte alle ustioni stesse da cui i malati perdono “insensibilmente” enormi quantita’ di fluidi: essi possono morire di shock molto piu’ frequentemente che di complicazioni di tipo infettivologico.

Si infonderanno quindi liquidi per vena, ma bisognera’ anche insistere ed aiutare questi pazienti a bere molto, almeno quando non sono in coma… anche qui il ruolo dei volontari è centrale.

Pure l’emoglobina va controllata sovente perche’ si puo’ instaurare anemia grave legata sia al sanguinamento, sia al fatto che, dopo una bruciatura profonda ed estesa, i globuli rossi vivono di meno. E’ molto importante avere del sangue pronto per una possibile trasfusione.

Quando la bruciatura e’ molto profonda dobbiamo portare i malati in sala ed eseguire una toeletta chirurgica, rimuovendo i lembi di tessuto morto o infetto.

So che molti volontari soffrono al vedere il dolore dei bambini quando togliamo loro le garze o li disinfettiamo, ma onestamente non abbiamo una struttura adeguata per eseguire sempre le medicazioni sotto anestesia… temiamo anche la tossicità di anestesie ravvicinate e ripetute. Bisognerà quindi avere un po’ di coraggio e ricordare il vecchio proverbio: “medico pietoso… malato gangrenoso”.

Se la superficie interessata non e’ molto grande, quando il tessuto di granulazione e’ buono, facciamo degli innesti cutanei, anche se onestamente devo ammettere che una buona percentuale di essi non attecchiscono bene.

Si tratta sempre di ricoveri molto lunghi, normalmente al di sopra di un mese… ma con la pazienza riusciamo a mandarli a casa guariti.

Molto importante è anche il counseling, soprattutto quando la bruciatura interessa il volto, in quanto la cicatrice sarà completamente priva di melanina, e quindi sarà assolutamente bianca: questo può essere deturpante per una persona di colore, e può causare crisi soprattutto per le donne o per le mamme delle bambine ustionate.



Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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