giovedì 2 luglio 2009

Volti di Chaaria: Moris Kirima (Mambo)

Di battesimo mi chiamo Moris Kirima, ma qui tutti mi chiamano Mambo, perchè è l'unica parola che so pronunciare. Sono tra gli ultimi arrivati al Cottolengo. Sono infatti stato ammesso in questa famiglia circa 3 anni fa. Vivevo con una nonna anziana, che non poteva più prendersi cura di me. Così alcuni assistenti sociali del distretto sono venuti a fare domanda a Chaaria, ed io sono stato immediatamente accettato. Faccio qualche movimento strano, come per esempio giravolte, applausi improvvisi, o il leccarmi la punta dell'alluce anche quando sono in piedi.
Mi piace molto scappare di qua e di là, e questa è una delle ragioni per cui non amano portarmi a passeggio o in gita.
Sto comunque migliorando. Ora riesco anche a pronunciare il mio nome.
Sono particolarmente affezionato a Sr Lucy, e la chiamo mamma: lo so che questo a volte la mette a disagio, ma io le voglio proprio tanto bene.


Moris

MorisKirima.jpg



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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