giovedì 2 luglio 2009

Volti di Chaaria: George


Ciao mi chiamo George e sono al Centro di Chaaria da moltissimi anni. Mi piace molto stare con i volontari italiani, e spesso mi diverto a farli George1.jpgspaventare: a causa della mia malattia (e nessuno sa di cosa si tratti), perdo tanta saliva e devo sempre tenere un bavaglino. Lo so che a loro non piace quando li abbraccio perchè li riempio di bava, ma io lo faccio ancora di più. Quando non se ne accorgono, io corro loro dietro e poi li abbraccio a tradimento. Le loro facce sono buffe... vorrebbero ritirarsi, ma ormai è troppo tardi, e fanno buon viso a cattiva sorte.
Io quindi rido a crepapelle.
Non so parlare ed emetto solo delle grida, ma capisco abbastanza. Mangio da solo, e sono in grado di andare ai servizi autonomamente, ma ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a vestirmi e svestirmi, oltre che per fare il bagno.
Mi piace molto giocare a pallone. Quando sarete a Chaaria per il volontariato, state attenti ai miei abbracci.


George



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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