sabato 15 agosto 2009

Endoscopia digestiva a Chaaria


Il nostro servizio di endoscopia digestiva viene apprezzato sempre di più dalla gente ed anche da altre strutture sanitarie operanti sul territorio.

Siamo ora in grado di eseguire gastroscopie, colonscopie e biopsie in visione diretta.

Da alcune settimane l’ospedale camilliano di Nkubu ha chiesto la nostra collaborazione e ci riferisce i malati che necessitano di esame endoscopico. Essi vengono accompagnati con ambulanza e poi riportati alla struttura di provenienza. Anche questo per noi è un grandissimo passo avanti.

Il mio post è anche un appello ai gastroenterologi. Se qualcuno volesse venire ad aiutarci a Chaaria, di lavoro ne troverebbe moltissimo. Ricordo solo ai futuri volontari che i nostri strumenti non sono dotati di monitor, ma sono a visione diretta. La cosa veramente bella sarebbe che lo specialista si portasse il teaching, cioè l’oculare laterale. In tal modo io potrei imparare molto più facilmente dai volontari.



Fr Beppe Gaido




Ambulance.jpg



1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao sono un giovane medico di roma specializzando in gastroenterologia , con due anni di esperienza in endoscopia digestiva.Ho letto con piacere l' esperienza che avete fatto in kenya. Io al momento sonom in tanzania a fare una esperienza simile. O meglio questo era il progetto di partenza, visto che alla fine non sono arrivati gli strumenti endoscopici e non si è fatto piu niente. Cmq sarei interesato a conoscere la vostra associazione e le vostre missioni 'gastroenterologiche' in africa.
marco carbone
mcarbs80@hotmail.com
3495713759


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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