martedì 8 settembre 2009

Rivista "Incontri" - Periodico della famiglia cottolenghina - Mese di Settembre 2009


Ringraziamo il Sig. Salvatore Acquas, per averci inviato il materiale relativo alla rivista "Incontri", disponibile in versione integrale online, nella finestra qui sotto. E' possibile ingrandire le pagine per facilitarne la lettura cliccando sugli appositi pulsanti posizionati nella barra posta sopra all'articolo, oppure effettuare il download del file in formato Pdf.
All'interno, sono presenti anche due articoli relativi a Chaaria.




Incontri - Rivista Settembre 2009

 
 



Pubblicato da: alle ore:
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1 commento:

Fr. Beppe ha detto...

Ringrazio di cuore salvatore Aquas per il posto di rilevo che ci assicura sulla rivista incontri. Questo fa onore a Chaaria e ci fa sentire ancora di più parte della grande famiglia del Cottolengo.
Ringrazio anche gli amici di BINARIO PER L'AFRICA per il link concessoci sul loro sito. Grazie anche che leggete il blog e ci fate comprendere che il nostro lavoro è utile a tanti.
Fr Beppe e Nadia

13 settembre 2009 alle ore 12:26

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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