domenica 4 luglio 2010

Ringraziamo Fr. Lorenzo

Ci ha speso le notti, per non bloccare l’attivita’ chirurgica durante il giorno! Ci ha messo l’anima... ed ha lavorato come un ossesso per farmi trovare il lavoro finito.
Quando sono rientrato a Chaaria mi ha accompagnato in “sala” dicendomi che aveva semplicemente modificato un po’ il lavandino... invece, quando ha aperto la porta, sono rimasto abbacinato: il lavandino e’ davvero nuovo, ma e’ solo una delle moltissime ed importanti modifiche che Fr Lorenzo ha apportato con grande sacrificio personale. Ora ci sono tre scialitiche, grazie alle quali non avremo piu’ problemi di illuminazione durante gli interventi. Il controllo elettrico della sala e’ ora centralizzato in un moderno pannello di controllo. Ci sono scaffalature a muro che ci permetteranno di eliminare dei carrelli... e quindi di facilitare la pulizia dell’ambiente, oltre che recuperare spazio.
Ma il lavoro piu’ bello... ed anche il piu’ faticoso e’ stato quello di cambiare il pavimento, ormai veramente consunto.
Non so come sia stato possibile farlo, mantenendo al contempo una normale attivita’ chirurgica e senza sospendere i tagli cesarei!
Da questo punto di vista, insieme a Fr Lorenzo, sento in cuore una viva riconoscenza anche per il dott Ogembo, per Jesse, per Pietro Rolandi, per Makena, Celina e Kanyua, i quali sovente hanno dovuto entrare in una sala che appariva piu’ come un cantiere edile che come un presidio sanitario.
Hanno operato sul nudo cemento, o su teli che coprivano la pavimentazione in corso.
Il Signore, come sempre, ci ha messo del suo, ed ho saputo dal Dott Pierantonio, che la percentuale delle infezioni chirurgiche in quel periodo e’ stato dello 0%. Sono colori riposanti che certamente contribuiranno a far si’ che i chirurghi operino in condizioni di lavoro ulteriormente migliorate.
Ci mancano ancora tante cose prima che possiamo definire la nostra “stanza” chirurgica come una sala operatoria vera, ma i passi avanti sono continui, anche grazie all’inarrestabile supporto dell’Associazione e dei volontari in generale.
A giorni sara’ pronto il carrellino per il monitor, e mi faro’ premura di mandarvene una foto.
Ringrazio ancora Fr Lorenzo per la dedizione e per la fraternita’ verso di me, una fraternita’ che lo ha spinto a non dormire ed a lavorare spesso tutta la notte. Insieme a lui ringrazio la Divina Provvidenza e tutti i nostri benefattori.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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