martedì 17 agosto 2010

Condoglianze a Fr. Lorenzo

E’ con profondo dolore che abbiamo accolto la triste notizia della morte della mamma di Fr Lorenzo Gambalonga.
Tutti noi desideriamo porgere a Fr Lorenzo le piu’ sentite condoglianze: Suore e Fratelli di Chaaria, volontari presenti qui con noi, tutti i Buoni Figli, i membri dello staff della Missione insieme esprimono costernazione e dolore per la triste notizia che Fr Lorenzo in persona ha voluto comunicarci.
Da vari giorni pregavamo per la signora Ermida, che sapevamo molto malata a causa di una brevissima ed improvvisa malattia. Ieri stesso, ancor prima di sapere della sua dipartita, avevamo dedicato a lei il Rosario comunitario.
Oggi poi abbiamo celebrato per lei la Messa di suffragio nella cappella dei Fratelli, alla presenza anche dei parrocchiani di Chaaria.
Sappiamo che e’ un momento durissimo per Fr Lorenzo e vogliamo assicuragli che gli siamo molto vicini con la preghiera, l’affetto e la comunione fraterna.
Le nostre condoglianze si estendono anche al marito della signora Ermida, ora rimasto solo a casa; ed ai fratelli di Lorenzo.
A tutti vogliamo dire quanto ci dispiace e quanto abbiamo sofferto per questa notizia che non pensavamo cosi’ repentina.
Quanti di noi hanno conosciuto la signora Ermida ricordano come fosse buona.
Tutti noi siamo sicuri che ormai lei e’ in Paradiso e protegge la sua famiglia.
“Il brutto e’ per chi rimane”… lo sappiamo bene; ed e’ per questo che preghiamo tanto non solo per la sua anima, ma anche per il conforto dei familiari.
Condoglianze sincere.

Tutti noi di Chaaria


Ci uniamo al dolore con sentite condoglianze, anche noi blogger... Nadia e Alex.

Il Consiglio Direttivo con i volontari manifesta la vicinanza e sentite condoglianze a Fratel Lorenzo Gambalonga e famiglia per la dipartita della Signora Ermida Gambalonga, madre del nostro missionario.
Lino Marchisio


 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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