lunedì 30 agosto 2010

Tu quoque, brute, filii mihi?!

Oggi il morale e’ sotto terra, ed e’ ricorrente in me la reminiscenza liceale dell’assassinio di Giulio Cesare orchestrata con la partecipazione del figlio. Ricordo le pugnalate alla schiena e la sorpresa provata dall’Imperatore Romano nel vedere Bruto che brandiva il pugnale alle sue spalle.
Ripenso anche a varie citazioni bibliche, in particolare al Salmo che riferiamo alla passione di Cristo ed al tradimento di Giuda Iscariota: “anche l’amico in cui confidavo... anche lui che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno”.
Le ragioni di questo umore depresso sono molteplici, e certo legate alla complessita’ di Chaaria ed al mistero dell’ ingratitudine umana; ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso risiede in alcune situazioni spicciole degli ultimi tempi.
XXX ha deciso di citarci in tribunale. E’ stata dura per me ricevere l’emissario di un avvocato, invece di parlare con lei! Non e’ la prima volta che veniamo chiamati in corte, ma non me lo sarei aspettato da XXX.
YYY invece e’ uno dei nostri infermieri piu’ anziani, ed uno su cui avevamo investito molto. Meno di una settimana fa gli avevo chiesto di aiutarmi a riorganizzare il servizio infermieristico nel reparto di medicina generale...ha sempre detto di si’ a tutte le mie richieste. Pero’ ora da tre giorni non si presenta a lavorare, senza darci alcun preavviso e senza degnarci di una spiegazione. E’ molto probabile che anche lui abbia fatto quello che molti altri suoi colleghi ci han fatto prima di lui. Forse ha aspettato che il salario fosse depositato in banca a fine mese per poi sparire senza darci la possibilita’ di sostituirlo, senza formare un collega che avrebbe potuto prendere il suo posto, e senza salutarci. Anche YYY ha vanificato e distrutto con questo ultimo atto il buon lavoro che ha portato avanti per anni.
Ci siamo anche resi conto che in ospedale girano ricevute false. E’ chiaro che qualcuno da’ ai malati ricevute di pagamento che non hanno una matrice: per cui tale denaro va direttamente nella tasca di Tizio, Caio o Sempronio. E dire che lo sanno quanta fatica facciamo anche solo per pagare gli stipendi in tempo!
E’ difficilissimo per noi venire a capo di questo racket che probabilmente va avanti da molti anni. C’e’ omerta’, e nessuno vuol collaborare. E’ chiaro ora comunque il motivo per cui non ho mai visto un aumento di guadagni, neppure quando il numero dei pazienti e’ estremamente alto. Puoi fare 10 operazioni al giorno; ricoverare 15 ragazzi per circoncisione; eseguire decine di ecografie o di gastroscopie... ma alla fine della giornata la borsa dei guadagni e’ sempre semivuota. La spiegazione da parte dello staff e’ che la gente non paga perche’ non ha soldi... ma forse ci sono altre ragioni, come ora iniziamo a comprendere!
La cosa piu’ triste e’ trovarsi in mezzo a tante persone, e non sapere mai se stai parlando con un amico o con un “Bruto” che gia’ ha affondato il coltello nella tua schiena. Avverti il dolore della ferita, ma diversamente da Giulio Cesare o da Cristo, non sei in grado di vedere chi ti tradisce... magari con un sorriso sulla bocca, o con tante moine e bugie.
Sempre piu’ mi convinco che bisogna fare le cose per il Signore, e non per gli esseri umani, che sono di per se’ corrotti dalla loro natura intrisa di peccato.
Per resistere qui a Chaaria, bisogna credere fortemente in Dio e in quello che si fa: Iddio vede le nostre intenzioni ed i nostri sforzi. Egli sa che dormiamo 3 ore per notte, e ne lavoriamo 18 ogni giorno. Solo Lui lo sa!
Gli altri ti verranno dietro e ti aduleranno finche’ servi, senza mai domandarsi se sei stanco o se ce la fai ancora. La maggior parte delle relazioni sono biecamente utilitaristiche.
E’ il caso per esempio di ieri pomeriggio. E’ stato per noi un week-end tremendo con emergenze notturne continuate e giornate di fuoco. Alle ore 15 di domenica veramente non ce la facevo piu’, ed ho detto ad una persona che si lamentava di sintomi non gravi che duravano da anni di chiedere una terapia sintomatica per un giorno al clinical officer, e di venire a farsi visitare il lunedi’ mattina... non era infatti una emergenza, per la quale mi sarei certamente ancora sacrificato!
La reazione di quel malato e’ stata tremenda, e sono stato coperto di insulti. Lui tentava di far leva sui miei sensi di colpa per obbligarmi a fare quello che voleva; ma onestamente mi ha depresso cosi’ tanto con la sua ingratitudine che l’unico sforzo che ho ancora potuto fare e’ stato quello del silenzio (se avessi ascoltato la voglia lo avrei coperto di parolacce a sua volta!).
Tu sei spessissimo soltanto una macchietta erogatrice di servizi, o, nel caso dei dipendenti, sei semplicemente un datore di lavoro da “fregare” quanto piu’ sia possibile. In te non vedranno mai il missionario che non ha uno stipendio e che si sacrifica per loro notte e giorno.
Tu sei al loro servizio, e basta! E, quando non gli servi piu’, ti buttano via!
Ecco perche ci vogliono motivazioni fortissime per rimanere.
Il “grazie” e’ meglio proprio dimenticarselo.
La correttezza da parte di chi lavora con te un miraggio... lasciamo stare poi l’amicizia sincera!
La disonesta’ una realta’ di cui non ci si puo’ liberare; e’ infiltrata dovunque con i suoi tentacoli che a volte ti soffocano.
In questa situazione sempre piu’ penso che bisogna semplificare tutto: siamo qui per Dio e per i poveri... tutto il resto (amicizie, stima, fama, collaborazione) e’ un’illusione, che puo’ anche gratificarti per un po’, ma poi ti lascia con un terribile amaro in bocca.

Fr Beppe Gaido

1 commento:

Dr. Ugo Montanari ha detto...

1. forse adesso dovrei star zitto, ma non ci riesco ...
2. hai ragione
3. hai più che ragione
4. hai ragionissima e chi ti tratta così è un infamone senza attenuanti (probabilmente lo pensano tutti i lettori: io posso permettermi anche dirlo, di scriverlo e sbandierarlo, perché sono miscredente e cattivello)
5. ...però io personalmente ti voglio bene e ti stimo sul serio e senza secondi fini (se questo può essere di consolazione: in fondo io sto qui comodo e tu stai lì in mezzo alle iene)
6. ...e credo che, almeno qui in Itala, c'è un bel po' di gente che ti vuol bene e ti stima anche più di me
7. ....e poi (spero di non essere blasfemo parlando di LUI) quel Tizio morto in croce tanti anni fa deve approvarti per forza ed in fondo Lui è uno che conta più di tutti noi e di tutti gli infamoni del pianeta
8. come fai a resistere in mezzo a tanta malvagità, poi, resta un mistero ....
9. peccato che oltre a queste poche chiacchiere (forse anche inopportune) non posso fare altro....

Ugo kiboko


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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