lunedì 11 ottobre 2010

Gita in Tharaka



Ieri i volontari si sono avventurati in un tour delle nostre missioni di Mukothima e Gatunga. Il loro driver e’ stato Mukindu. Anche sr Joan li ha accompagnati.
E’ stata un’immersione nell’Africa arida, secca e caldissima dei villaggi che circondano Chaaria verso Sud.
Hanno apprezzato soprattutto il clima familiare e fraterno della casa di Gatunga.
Il loro pranzo al sacco alla rocca di Gaciongo ha offerto loro dei panorami mozzafiato. Sono arrivati stanchi ed impolverati ed hanno ora compreso un po’ meglio da dove vengono moltissimi dei nostri pazienti.
Essi arrivano all’ospedale stanchi e impolverati, dopo aver percorso in matatu, in bici o anche a piedi distanze fino a 50 chilometri su strade sterrate, ora rese ancora piu’ difficili da uno strato di polvere che in certi punti supera i 15 cm.
Le gite finalizzate ad una maggior comprensione dello stile di vita della gente sono sempre molto utili per loro.
Una delle cose che impressiona di piu’ gli Italiani in queste gite e’ il numero incredibile di bambini che vagolano per le strade: una societa’ quindi molto piu’ giovane della nostra “vecchia Europa”.

Fr Beppe Gaido




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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