mercoledì 20 ottobre 2010

Laudato sii, o mi Signore, per sora acqua

Cito il Cantico delle Creature di San Francesco D'Assisi, che ha cantato all'acqua, "cosi' preziosa, et humile et casta".
L'acqua e' sempre un dono di Dio, ma lo e' tanto di piu' qui in Africa.
Siamo al termine di un lunghissimo periodo di siccita', ed attendiamo le piogge che speriamo sufficienti, pur senza il potere distruttivo che a volte il fenomeno "El Nino" conferisce loro.
In questo periodo la campagna e' arida e brulla. Ci sono aree semidesertiche in cui c'e' solo erba ingiallita e la gente sta facendo fatica anche a trovare l'acqua da bene, in quanto i fiumi sono davvero quasi asciutti.
Anche per noi a Chaaria l'acqua e' un problema. Le pompe rimangono accese per moltissime ore e i tank non si riempiono mai. Non riusciamo a star dietro ai fabbisogni idrici di ospedale, Buoni Figli, Shamba, e parrocchia.
E' successo piu' di una volta di non avere acqua in sala operatoria per lavarsi le mani; in piu' di una occasione abbiamo dovuto spegnere le lavatrici pur avendo un cumulo enorme di biancheria da lavare.
Nel nostro campo, pur avendo seminato, pur avendo le banane che muoiono e l'insalata che rinsecchisce, non riusciamo a irrigare.
Siamo giunti addirittura a dare soltanto tre ore al giorno di acqua per la parrocchia... lo sappiamo che questo penalizza anche i bambini della scuola elementare, ma cosa possiamo farci se non abbiamo acqua nonostante il lavoro continuo e costoso delle pompe?
Speriamo che le piogge riempiano di nuovo le nostre falde acquifere semivuote.
Ora pero' abbiamo anche un'altra piccola speranza.
Il CDF di Chaaria ci ha concesso l'allacciamento ad un "water project" che ci ha portato un tubo con acqua del fiume fino al recinto della Missione.
Il fiume e' ora abbastanza asciutto e purtroppo l'acqua che ci giunge non e' molta, ma dobbiamo comunque ringraziare il Signore.
Il problema che Fr Giancarlo sta tentando di risolvere e' quello delle pendenze del terreno.
Purtroppo, come sapete, la Missione di Chaaria e' costruita su una collina. La nostra speranza sarebbe stata quella di far giungere l'acqua del fiume fino al tank nella parte piu' alta del nostro appezzamento, per poi poterla distribuira nella Missione con la forza di gravita'. Sfortunatamente il fiume e' piu' basso sul livello del mare, rispetto ai nostri tank, e non riusciamo a far salire l'acqua fino ad essi.
Ora dobbiamo cercare di far correre dei tubi che ci permettano di far arrivare l'acqua almeno alla shamba (il campo) per usarla a fino agricoli.
Non e' quello che speravamo. Avevamo sognato che l'acqua del fiume potesse risolvere i nostri problemi anche di lavatura dei pavimenti, per esempio... ma la forza di gravita' ha detto no! E' importante comunque ringraziare Dio anche per questo piccolo passo avanti nella nostra sicurezza idrica.
Personalmente sento il dovere di ringraziare Sr Florence e Fr Giancarlo per il grande sforzo compiuto nel portare a compimento questo "water project".
Ringrazio inoltre il CDF, di cui sono membro, per aver permesso l'allacciamento all'acqua del fiume anche per il Cottolengo Mission Hospital.
Da ultimo, rivolgo una preghiera di ringraziamento a Dio che non ha lasciato l'ospedale e la Missione senz'acqua, ed ha trovato un'altra strada per aiutarci ancora... come di solito ha sempre fatto.

Fr Beppe Gaido

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....