Sono all’aeroporto e l’attesa per l’aereo che mi riporta in Italia è lunga. Ne approfitto per mettere ordine nei ricordi delle cose vissute in questo mio ultimo viaggio a Chaaria. Ho ancora vive nella mente le immagini del trasferimento a Nairobi di quest’oggi. La fioritura lilla degli alberi di jacaranda, le donne chinate sui panni all’acqua del fiume, il lavoro ritmico degli scalpellini nelle cave di pietra, i mercatini lungo la strada che si mimetizzano con la terra rossa, i bassi fabbricati dai colori improponibili, le risaie, le piantagioni di té e di ananas. Immagini già viste, ma che mi emozionano ogni volta che le rivedo e il cui ricordo solitamente mi accompagna nelle mie giornate “normali ”. Tutto questo è già molto, ma c’è molto di più.
C’è l’amicizia di Beppe, un’amicizia caparbiamente da entrambi mantenuta negli anni nonostante le difficoltà e che adesso, invecchiati e maturati, ci sostiene e ci aiuta ogni giorno, anche a migliaia di chilometri di distanza, certi che è più importante quello che siamo di quello che gli altri pensano di noi. Anche perché quello che siamo oggi non è quello che eravamo ieri, in un continuo sforzo per rimotivarci ogni giorno e ogni giorno ripartire, con qualche ammaccatura in più e un po’ di entusiasmo in meno, ma con la certezza che non possiamo permetterci di buttare tutto all’aria.
C’è la testimonianza di altri volontari come me, giovani e meno giovani, la cui accettazione e disponibilità mi hanno fatto capire di avere molta strada ancora da fare in tal senso.
C’è fratel Lodovico, la cui presenza silenziosa ricorda a tutti che la “gioventù è una malattia che passa” e che bisogna dignitosamente vivere le proprie idee anche quando le forze ti abbandonano.
C’è la comunità, la preghiera, la messa in lavanderia con i buoni figli o in parrocchia con i ragazzi della scuola, al ritmo delle percussioni.
C’è la dentist room alla quale si è data una nuova impostazione di base e che mi ha già permesso (il completamento avverrà a breve) di lavorare molto meglio che in passato, di poter fare più conservativa e di aumentare la mia professionalità. Perché alla fine si impara sempre qualcosa anche a Chaaria o in situazioni analoghe dove i dentisti benpensanti credono non si possa imparare nulla. D’altro canto la domanda di cure dentali è tale che la mia presenza si è rivelata palesemente inadeguata e insufficiente. L’attuale studio ci permette ora di lavorare su due poltrone contemporaneamente e la presenza di un dentista volontario oltre a Mercy garantirebbe una migliore risposta a questa domanda. Questo senza contare che fino a febbraio è ancora emergenza per la maternità di Mercy e la cordata di dentisti approntata, lascia ancora scoperto completamente il mese di gennaio.
CHISSA’ SE TUTTO QUANTO HO QUI ELENCATO STIMOLERA’ QUALCHE COLLEGA A DARE UNA MANO ALLA GENTE DI CHAARIA?
Hanno annunciato il gate e devo andare. Domani sarò a casa e lunedì in studio. La mia famiglia mi ha perso in questo periodo, ma la lontananza accettata e valorizzata ci ha fatto crescere tutti. Il mio studio ha fatturato un po’ di meno, ma io ho guadagnato un sacco di cose: tutte quelle che vi ho detto.
Enrico Postini
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