lunedì 1 novembre 2010

La mia Africa - Poesia di Andrea, medico volontario

La mia Africa
Ha gli occhi verdi
Come i suoi prati
Nella savana
Dopo la pioggia
Che ridà luce al cielo.

La mia Africa
rossi  ha i capelli
sembrano terra
la terra rossa
delle vallate
da cui son nato
e in cui son morto
nel lampo d’un giorno.

La mia Africa
Ha denti bianchi
Di mille stelle
Che nel buio del buio
Mi risvegliano
La malìa del ricordo.

La mia Africa
Di spine ha il cuore
Come l’acacia
Cui s’abbandona
Dopo la caccia
La fiera esausta
Cercando asilo
Dalla rabbia del sole.

La mia Africa
È assai lontana
Di là oltre mare
Ma la sua voce
Ancora e ancora
Mi perseguita
Come i suoi grilli
Quando la notte
Di solitudine
Ricolmano il silenzio.

La mia Africa
È un sogno vago,
È inesistente
Ma esiste ovunque
Come la passione
Che brucia ogni dolore.

E’ questa la mia Africa
Anche se mia davvero
Forse non lo è stata mai


Andrea Di Stefano





 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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