sabato 13 novembre 2010

Una decisione stupenda

Carissimo fratel Beppe, non so se ti ricordi di me.
Ti avevo scritto via mail perché avevo il desiderio di venire a Chaaria come volontaria.
Purtroppo ho avuto problemi di salute che non me l'hanno permesso. Sarei venuta e avevo il timore di essere più un peso che altro.
Stavo finendo nel frattempo la mia esperienza di servizio civile volontario e mi sono chiesta.. se non posso andare in Africa, cosa posso fare?
La risposta l'ho trovata dentro di me poco dopo.. Voglio diventare infermiera mi sono detta. Cosi dopo la laurea, e salute permettendo il mio "sogno Africa" si realizzerà ancora in modo più concreto, ho pensato.
Così ho studiato per il test e l'ho passato. E' un mese e un po' che ho iniziato questa nuova avventura, e ogni volta che sono un po' scoraggiata per la mole di studio o per gli orari un po' assurdi mi fermo e penso a quanto voglio aiutare chi non sta bene e quanto sia importante per me, quindi non mollo e non mollerò.
Volevo condividere con te queste mie sensazioni perché spero davvero di poter arrivare da voi fra tre anni e dire ce l'ho fatta perché sogno di venire da molto ed è una cosa che porto nel cuore. Non so come spiegarla. C'è e basta, la consapevolezza che forse la mia vita è destinata a qualcosa di diverso da tutto quello che c'è qui.
Aspettatemi.Vi porto nel cuore.

Maria Chiara


1 commento:

Maria Chiara ha detto...

grazie nadia. ;-)
un bacione


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....