martedì 28 dicembre 2010

Lettera da Monica

…Da pochi giorni sono tornata da Chaaria.. i mille pensieri e le innumerevoli emozioni continuano a girare nella mente senza sosta…
Rileggo sul blog le numerose lettere scritte da chi, come me ha vissuto un periodo più o meno breve in quel luogo meraviglioso e mi rendo conto che le emozioni, nella diversità di espressione personale, sono le stesse…
Al momento le immagini vagano...  Quelle più divertenti: Kimani che decide di iniziare un nuovo mestiere diventando mio personale segretario durante il momento serale di revisione cartelle cliniche; le serate passate a discutere animatamente ma rispettosamente di svariati argomenti con tutto il gruppo e il goffo tentativo di traduzione simultanea in inglese per i componenti non italiani (con uscite comiche degne di nota: ”vado a prenderti il cuscino per la notte” “ ma no, grazie devo ancora finire il primo”…ndr per chi sa…); i momenti di goduto relax a bere una bibita con i buoni figli; le dotte e preziose spiegazioni sui più svariati temi di Antonio; il ritorno all’entusiasmo puro come quello dei  bimbi durante il safari…
E le immagini  più tristi e altrettanto preziose: il pianto inarrestabile di fronte alla morte di un ragazzino che secondo te, non “doveva” o forse non “poteva” morire; l’amarezza per un un parto finito male; l’impotenza per una diagnosi mai accompagnata da una possibile terapia o la rassegnazione per una diagnosi non fattibile per  la mancanza dei più “occidentalmente”banali  strumenti; la rabbia per una realtà che a volte sembra, forse per  stessa rassegnazione di chi la vive, immodificabile…
….Di ogni attimo vissuto ringrazio per l’intensità… Ringrazio per la sensazione di impotenza di fronte alle situazioni più tragiche, o semplicemente  di fronte a una realtà  a tratti inconcepibile, ingiusta, perché grazie a questo sentirmi piccola e inadeguata , ho imparato, o meglio sto cercando di imparare, ad essere più umile…
....Ringrazio per le lacrime di gioia scese grazie a un sorriso dei buoni figli, a un loro abbraccio, al sentirmi così piccola di fronte alla loro grande forza e alla loro diversità capace di insegnare che anche i gesti per noi insignificanti  possono essere fonte di tenerezza e amore profondo..capace di scaldare il cuore ..e far meditare sul senso vero della vita..
Ogni momento vissuto in queste troppo brevi tre settimane è stato e sarà indimenticabile grazie anche alla condivisione con le persone conosciute. Da ognuna di loro ho qualcosa da imparare…e a ognuna devo un grazie… So che chiunque lo conosca potrà però capire perché tra tutte le persone Fr. Beppe merita un ringraziamento particolare..
Spero di riuscire a portar con me anche solo una minima parte di tutta la dedizione, l’amore, l’impegno, la pazienza e la costanza che Brother Beppe mette nel suo quotidiano lavoro…sarebbe sufficiente a rendermi una persona e un medico migliore.
Grazie Chaaria, a presto.

Monica Carello



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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