sabato 25 dicembre 2010

Notizie spicciole di Natale

1) Nella notte santa sono nati 5 Gesu’ bambini, tre femmine e due maschi. Tutti sono venuti alla luce per via naturale anche se per uno siamo stati sul punto di intervenire chirurgicamente. Ma il cesareo di Natale non si e’ fatto aspettare troppo ed alle ore 13 locali un bel Gesu’ Bambino femmina e’ stato estratto chirurgicamente, tra i canti e gli trilli festosi di Celina. Scrivo questo post alle ore 14... e chissa’ quanti altri ne nasceranno ancora!



2) La nostra Naomi e’ molto triste perche’ una radiologia del torace ha dimostrato una ricaduta tubercolare. Ha iniziato il protocollo terapeutico adeguato, non senza segni di depressione e scoraggiamento. Le stiamo vicini, e ci auguriamo che il piano di studi per la nuova scuola convitto possa comunque continuare. Mancano infatti due settimane all’inizio della scuola, e ci auguriamo che Naomi stia meglio per il 7 gennaio. Speriamo anche che il preside la accolga comunque, anche perche’ si tratta di una forma tubercolare chiusa che non pone alcun rischio per la salute degli altri studenti.


3) Abbiamo in reparto un ragazzo gravissimo con tetano conclamato. La patologia e’ stata causata da una circoncisione tradizionale eseguita in maniera non sterile. Ora il giovane e’ in preda a crisi di contrazioni tetaniche di tutti i muscoli del corpo, e le sue condizioni sono gravissime. Speriamo di riuscire a salvarlo. Ma dobbiamo anche essere realisti: la percentuale di successi in questi casi e’ per noi non superiore al 10%, non avendo a disposizione un reparto di rianimazione.
4) La Messa di Natale in ospedale e’ stata solenne e ricca di canti che hanno sottolineato la gioia di tutti i malati di accogliere il Salvatore. Oggi ci sara’ il pranzo sociale offerto per i dipendenti dalla Matron e dall’amministrazione della Missione. Anche i malati avranno qualche prelibatezza in piu’ nel loro piatto.

Buon Natale, Fr. Beppe e la Comunità di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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