lunedì 10 gennaio 2011

Brentmus Munene

E’ un bambino di 9 anni, affetto da una displasia congenita dell’anca non curata alla nascita. E’ figlio di una delle nostre “signore della pulizia”. Per anni e’ stato incapace di reggersi in piedi. Ora, dopo lunga fisioterapia, puo’ camminare con una stampella.
Ha anche un grado leggero di insufficienza mentale.
Al momento sta frequantanto le scuole elementari con una insegnante di sostegno.
La mamma si chiama Lydia, ed e’ una “ragazza madre”: le loro condizioni non sono rosee dal punto di vista finanziario.
Chiedono dunque se ci fosse in Italia un buon Samaritano che volesse aiutarli con una adozione a distanza.
Siccome conosco e vedo la madre per il lavoro, potro’ far avere notizie del bambino senza difficolta’.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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