lunedì 17 gennaio 2011

Conto alla rovescia: meno sei

Oggi le donne che lavorano in ospedale hanno iniziato le prove di canto e di danza, in preparazione alla Messa di domenica prossima.
Anche per lo staff, la posa della prima pietra della nuova sala operatoria e’ un evento che non puo’ passare inosservato, dopo un’attesa cosi’ lunga.
Tutti i lavoratori del Cottolengo Mission Hospital se ne rallegrano moltissimo.

La comunita’ di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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