domenica 16 gennaio 2011

Una sentenza senza appello

Erick ha 9 anni. Il 23 dicembre 2010 e’ uscito di casa per giocare con altri bimbi. Dopo alcune ore e’ rientrato dalla mamma dicendo che un altro bambino lo aveva colpito al torace tirandogli una pietra.
La madre ha per la prima volta notato una escrescenza dura al lato sinistro della gabbia toracica, ed ha pensato ad un ematoma secondario a quanto era stato fatto al figlio.
Il 27 dicembre, improvvisamente, Erick ha sviluppato una paralisi flaccida degli arti inferiori, con anestesia sensitiva dal torace in giu’.
Inoltre e’ diventato totalmente incontinente per feci ed urina.
E’ stato portato nel nostro ospedale il 10 gennaio per approfondimenti diagnostici.
La lastra del torace ha dimostrato un versamento pleurico sinistro “sotto pressione”, con totale collasso del polmone e spostamento mediastinico controlaterale. Inoltre il radiologo segnalava una costa semidistrutta, a livello di quello che la mamma pensava sede del trauma.
L’ecocardio ha individuato un modesto versamento pericardico, ma una frazione di eiezione buona.
Abbiamo eseguito un’ecografia dei tessuti superficiali sul supposto ematoma post-traumatico, ma quello che e’ apparso agli ultrasuoni e’ stata una massa solida che avvolgeva la costa fratturata o mielitica..
A livello addominale invece l’eco risultava sostanzialmente normale. Anche gli enzimi epatici e gli esami di funzionalita’ renale si sono dimostrati nei limiti di norma. L’emocromo indicava invece una leucocitosi neutrofila (con granulociti al 69%), una modesta anemia (con emoglobina a 9.7 g/dl), ed una importante piastrinosi (piastrine elevate a 669.000/ml).
Anche la VES era molto elevata (97 mm/1ora).
Abbiamo pensato per un attimo ad una tubercolosi della colonna che avesse causato un crollo vertebrale, ma l’ipotesi non ci convinceva fino in fondo.
Abbiamo dunque deciso di spendere per questo bambino tutti i soldi che fosse stato necessario.
La mamma era chiaramente disperata e sempre ci guardava con occhi imploranti.
Abbiamo dunque trasportato Erick per una TAC toracica ed una TAC della colonna lombo-sacrale.
La TAC toracica ha evidenziato la presenza di un tumore pleurico posterioe a sinistra con metastasi alla ottava, nona e decima costa; ha confermato inoltre la presenza di una effusione pleurica molto densa. Ha poi documentato la distruzione della decima vertebra toracica con compressione sul midollo spinale.
La TAC lombosacrale invece non ha mostrato altri collassi vertebrali, a parte segni di spondilosi lombare.
Purtroppo ora le cose sono fin troppo chiare, ma, come spesso accade, i nostri esami diagnostici sono sostanzialmente una sentenza inappellabile.
La pietra tirata al bambino sicuramente non costituisce altro che una coincidenza.
Il “bubbone” notato dalla madre, e confermato dall’ecografia, non e’ un ematoma, ma una metastasi costale.
La paralisi e l’anestesia inferiormente al torace sono dovuti ad un’altra metastasi che ha fatto crollare una vertebra ed ha compresso il midollo spinale di Erick.
Il tumore primitivo e’ pleurico, ed il versamento sotto pessione e’ di origine neoplastica.
E’ stranissimo trovare un tumore pleurico ad un’eta’ cosi’ tenera!
I mesoteliomi pleurici sono piuttosto rari e per lo piu’ colpiscono persone nella sesta decade di vita.
Sarei grato se qualche lettore, con esperienza di oncologia pediatrica, potesse darmi indicazioni in merito.
Tornando ad Erick, mi pare comunque che anche per lui siamo giunti al capolinea, in quanto mi sembra che la situazione sia ormai “al di la’ del bene e del male”, pur nella improbabile evenienza che il padre riesca a trovare i soldi per portarlo a Nairobi.

Fr Beppe Gaido

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Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

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Fratel Beppe Gaido


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