domenica 30 gennaio 2011

Emergency nuovamente a Chaaria!

Abbiamo accolto nuovamente Eleonora e Stefano ieri pomeriggio.
Essi hanno gia’ avuto una prima riunione programmatica per il lavoro del 2011 insieme al dott Pierantonio Visentin, coordinatore del progetto cardiochirurgico qui a Chaaria.
Insieme ad Antonio hanno cercato di sottolineare alcuni punti importanti nel follow up dei pazienti gia’ operati, i quali devono essere assolutamente e sempre reperibili, sia per la necessita’ di un frequente controllo dell’INR (tutti infatti sono ‘sotto’ warfarin), sia anche per motivi statistici.
Con nostra grande gioia, Emergency ha molto ampliato le indicazioni all’intervento: per il primo anno ci eravamo attenuti ad un “cut-off” di 30 anni d’eta’: in pratica solo pazienti pediatrici o giovani al di sotto della suddetta eta’ potevano essere arruolati. Ora la fascia e’ stata molto ampliata, anche fino ai 35-40 anni.
Altro dato che per noi e’ risultato molto importante e’ stato il suggerimento che una frazione di eiezione bassa non e’ una controindicazione all’intervento. L’unica vera controindicazione, ci ha detto Stefano, e’ la presenza di una fibrosi con ipertensione polmonare. Ma queste sono diagnosi molto fini che verranno fatto da Emergency e dai suoi cardiologi durante le loro visite a Chaaria. Noi potremo quindi arruolare anche cardiomiopatie ipocinetiche... e poi sara’ il team di Emergency a decidere sull’operabilita’.
Permane la controindicazione all’intervento in caso di pesanti co-morbidita’ (per esempio insufficienza renale o epatica associate alla cardiopatia).
Il caso di pazienti sieropositivi con patologie cardiochirurgiche sara’ valutato “ad personam”.
Il nostro lavoro piu’ importante per il 2011 sara’ quello di ridurre al massimo il problema dei “DROP OUT” (cioe’ di quei pazienti che si perdono per strada e non vengono alle visite di controllo, sia in fase pre che post operatoria). Il problema dei “drop out” in Africa e’ in genere molto grave per tutte le patologie croniche.
Dovremo fare in modo che tutti i pazienti arruolati abbiano o si procurino un telefonino, e dovremo chiamarli in caso di ritardo agli appuntamenti.
Sara’ inoltre necessario fare in modo di procurarci regolarmente le strisce per l’esecuzione dell’INR (strisce che ci vengono fornite dalla Associazione in collaborazione con l’ospedale Cottolengo di Torino). Infatti i pazienti operati sono tutti scoagulati, e sono ad alto rischio emorragico. Bisognera’ agire molto sulla formazione dei genitori a questo riguardo, in modo che non “prendano sotto gamba” la terapia con coumadin. Dopo l’operazione i genitori tendono a rilassarsi e a non eseguire i controlli richiesti: per esempio una bambina operata e’ arrivata a Chaaria con emorragia digestiva in atto ed emoglobina di 4g/dl. Abbiamo sospeso il coumadin e l’abbiamo trasfusa. Abbiamo quindi reimpostato la terapia in modo prudente consigliando frequenti controlli dell’INR. Recentemente un altro malato si e’ presentato a 30 giorni dalla cardiochirurgia senza aver effettuato alcun controllo dell’INR.
Sono sicuro che il Dr Visentin, che oggi si e’ recato in Italia per due settimane, al ritorno a Chaaria organizzera’ tutte queste cose nel migliore dei modi.
Ringraziamo ancora Emergency e tutti i donatori che ci aiutano a pagare il viaggio verso il Sudan per questi malati cosi’ giovani e cosi’ delicati.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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