giovedì 17 febbraio 2011

Festa del volersi bene

Presso il centro Buoni Figli oggi abbiamo vissuto dei momenti di intensa gioia, grazie soprattutto all'impegno di Dolores e Angela. Esse hanno cucinato delle ottime frittelle, di quelle che da piccoli chiamavamo i BOMBOLONI. Tali dolci non erano primariamente per noi, ma soprattutto per i Buoni Figli, i quali si sono rimpinzati ed hanno goduto di un bel momento di festa con canti e danze. La festa e' stata resa ancora piu' piena di colori dai palloncini che Gigi ha sistemato nel cortile del centro.
Anche alcuni orfani gia' grandicelli ed al momento ricoverati in pediatria hanno potuto godere di tali leccornie.
La generosita' di Dolores ed Angela non ha comunque dimenticato neppure le comunita' che si sono trovate fornite di quantita' industriali di dolci... e meno male, nemmeno lo staff della sala operatoria e' caduto nell'oblio. Anch'esse hanno potuto godere di una bella merenda fuori programma.
Grazie ancora ai volontari!
Cosa abbiamo celebrato oggi? Semplicemente la cosa piu' importante e piu' necessaria nella vita di ognuno di noi... e quindi anche in quella dei nostri ragazzi: IL VOLERSI BENE; IL SENTIRSI AMATI; AVERE LA PERCEZIONE DI ESSERE IMPORTANTI PER QUALCUNO.

Fr Beppe Gaido per la comunita' di Chaaria





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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