martedì 15 marzo 2011

Nota per i futuri volontari sulle trasfusioni di sangue

Finora a Chaaria abbiamo sempre avuto solo sangue intero.
Ora qualche volta riceviamo anche emazie concentrate tramite la Banca del Sangue dell’ospedale distrettuale di Meru.
Normalmente non ci sono grosse differenze nell’uso dei due diversi preparati per la trasfusione di un adulto, mentre la dose da somministrare ad un bambino e’ leggermente differente a seconda che si tratti di sangue intero o di emazie concentrate.

Per il sangue intero si trasfondono normalmente 20 ml/Kg di peso corporeo.

Per le emazie concentrate si trasfondono da 5 a 15 ml/Kg di peso corporeo.
5 ml/Kg aumentano l’emoglobina del bambino di circa 1 grammo. L’ematocrito delle emazie concentrate e’ di circa 80.

Per semplicita’ io consiglio ai volontari di prescrivere 10 ml/Kg di emazie concentrate. E’ una scelta salomonica ma che tiene conto di alcuni fattori. Traforndere solo 5 ml ed aumentare l’emoglobina di 1 grammo puo’ essere poco rilevante, tenendo conto che certi nostri bambini hanno 3 grammi di emoglobina prima della trasfusione. Trasfondere 15 ml/Kg puo’ esporci maggiormente al rischio di sovraccarico del circolo ed edema polmonare.

Sempre ai bambini facciamo una piccola dose di lasix in vena prima di iniziare la trasfusione, proprio per evitare il sovraccarico polmonare. Facciamo anche un bolo di idrocortisone, per stare piu’ tranquilli riguardo a qualche reazione trasfusionale minore che qualche volta e’ possibile anche dopo le prove crociate.

Per gli adulti normalmente facciamo solo lo steroide astenendoci dal lasix, in quanto non ci sono grossi rischi di edema polmonare (a meno che si tratti di un cardiopatico grave o di un insufficiente renale). Il diuretico sarebbe inoltre molto nocivo in un adulto che ha avuto un’emorragia acuta ed e’ ipoteso.

Spero che queste piccole considerazioni vi possano aiutare nel vostro lavoro a Chaaria.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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