mercoledì 16 marzo 2011

Case Report

Abbiamo ricoverato un paziente di sesso maschile dopo un’ecografia addominale che dimostrava la presenza di una formazione cistica esattamente in regione epigastrica. La cisti misurava all’incirca 10 cm di diametro.
Il paziente era leggermente emaciato, e sofferente. Non lamentava pirosi ma dolore a sbarra in sede epigastrica. Non abbiamo rilevato alcun movimento degli esami di funzionalita’ epatica, ed il paziente non presentava ittero.
L’amilasi era leggermente mossa, sulle 260 U/litro.
L’emocromo non dimostrava leucocitosi, mentre era presente una minima anemizzazione, con Hb di 10 g/dl. La prima ipotesi e’ stata di pseudocisti pancreatica, e cio’ pensando al risultato sia dell’amilasi che degli enzimi epatici, ed al fatto che la cisti ecograficamente pareva extraepatica.
Abbiamo quindi deciso per una laparotomia, con il fine di aprire una comunicazione tra la cisti e la parete posteriore dello stomaco, creando in tal modo un drenaggio permanente, e riducendo il forte dolore epigastrico lamentato dal paziente.
Con nostra sorpresa, all’apertura del peritoneo ci siamo resi conto che si trattava di un ascesso del terzo segmento epatico (lobo sinistro del fegato). Lo abbiamo quindi drenato; abbiamo lavato la cavita’ addominale con Ringer lattato, ed abbiamo inserito un drenaggio nella piccola cavita’ epatica da cui l’ascesso originava.
Abbiamo quindi esplorato manualmente la zona pancreatica ed abbiamo appurato che il pancreas era del tutto innocente. Il pus fuoriuscito dall’ascesso pareva francamente “da piogeni” (color giallo paglierino e consistenza cremosa... “pus bonum et laudabile”). Non dava l’aspetto dell’ascesso amebico, molto piu’ frequente nella nostra area geografica, e di color “cioccolato”.
Non avendo comunque la possibilita’ di colture, abbiamo deciso di coprire entrambe le patologie con terapia antibiotica mirata. Abbiamo prescritto una penicillina endovena, associata a metronidazolo endovena per dieci giorni. Il paziente continuera’ poi con diloxanide furoato per via orale, per altri dieci giorni.
COMMENTO:
E’ stato un caso strano in cui l’ecografia mi ha tratto in inganno. La cisti ecograficamente mi sembrava completamente anecogena e quindi costituita da liquido limpido... invece abbiamo ritrovato del pus cremoso.
Inoltre anche la posizione di quello che ora sappiamo essere un ascesso epatico era in se’ anomala, in quanto si e’ esternato completamente al di fuori della “glissoniana”, in epigastrio, senza causare importante epatomegalia. Normalmente invece gli ascessi crescono nel contesto del parenchima epatico, e causano epatomegalia dolorosa.
Ma la decisione di fare una laparatomia e’ stata giusta e ci aspettiamo un miglioramento clinico rapido del nostro paziente. Ringrazio il Dr Michele Sau, del gruppo Karibu Africa, che mi ha dato il coraggio di tentare l’intervento. Abbiamo escluso a priori l’ipotesi di drenaggio ecoguidato con ago, prima di tutto per l’aspetto anecogeno della cisti che avrebbe quindi potuto essere “da echinococco” (in cui la puntura sarebbe stata letale in seguito a shock anafilattico). Inoltre, data la posizione epigastrica avevamo paura di bucare un’ansa eventualmente posta davanti alla cisti.
Nel caso si fosse trattato di pseudocisti pancreatica, la putura transcutanea avrebbe potuto inoltre causare una fistolizzazione alla cute.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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