mercoledì 20 aprile 2011

Campaign against counterfeit medicines

Ieri sera alle ore 18.30 ho partecipato ad un incontro tenutosi a Meru presso il Three Steers Hotel ed organizzato dall’Ambasciata Americana in Kenya, con la partecipazione di vari organismi governativi kenyoti. Si e’ trattato di una grande assise a cui hanno partecipato Medici, Farmacisti, Infermieri, Politici locali, rappresentanti dei consumatori e uomini d’affari. La serata e’ iniziata con la proiezione di un emozionante video realizzato dall’OMS, in cui si e’ inquadrato il problema.
Quello delle medicine contraffatte e’ un business miliardario, ed e’ un crimine contro l’umanita’ perche’ e’ fatto ai danni dei pazienti, molti dei quali possono morire a causa dei medicinali falsificati.
E’ un fenomeno che in certe Nazioni arriva ad interessare il 50% delle medicine in circolazione. Sembra che il Kenya abbia anch’esso un grave problema da questo punto di vista: il “National Quality Control Laboratories” ed il “Pharmacy and Poison Control Board” sostengono che il 30% dei farmaci in Kenya siano contraffatti; mentre la “Pharmaceutical Society of Kenya” afferma che il 50% degli antimalarici in Kenya sono falsi . Nel video abbiamo visto riprese con telecamera nascosta in cui i trafficanti dimostravano il piu’ totale disprezzo della vita, indicando di essere disponibili a mettere nelle medicine a loro ordinate la percentuale di principio attivo richiesto dall’acquirente ( dal 50% fino allo 0%). Mi ha colpito una loro frase: “il mio problema e’ far arrivare il prodotto all’acquirente... tutto il resto non mi interessa”. Abbiamo cosi’ compreso che ci sono prodotti contenenti quantita’ di farmaco molto inferiori a quelle dichiarate sul foglietto illustrativo. Ci sono inoltre medicine che contengono un principio attivo del tutto errato, ed altre che non ne contengono affatto (ci mettono polvere di carbone vegetale per dare lucentezza alla compressa).
Abbiamo anche visto delle foto delle cosiddette industrie che producono le medicine false: macchinari vecchissimi e sporchi, dove sembra del tutto ovvio che la sterilita’ e l’igiene siano un sogno.
Ci e’ stato quindi presentato il caso di un bambino morto di malaria a causa di un chinino endovena che non conteneva principio attivo; quindi la storia pietosa di un bimbo nigeriano morto di arresto cardiaco dopo intervento cardiochirurgico, a motivo del fatto che l’adrenalina usata per la rianimazione era contraffatta ed inattiva. Da ultimo abbiamo ascoltato la disperazione di una madre la cui figlia era entrata in sala operatoria per un intervento non estremamente difficile ma che poi si era complicata nel post-operatorio, perche’ le flebo non erano sterili ed hanno causato prima flebite nella zona dell’ago-cannula, e poi setticemia e morte. Ci sono indicazioni che punterebbero all’uso su vasta scala di farmaci contraffatti come causa del rapido incremento di resistenza a certi antimalarici, come la clorochina od il Fansidar/Metakelfin. L’uso di medicine false e’ un crimine che puo’ essere considerato omicidio di massa, ed il medico ignaro che se ne fa promotore puo’ inconsapevolmente contribuire a tale misfatto indicibile. I farmaci contraffatti poi vanno a minare anche la fiducia ed il rapporto medico-paziente: infatti se una medicina offerta dal medico con la promessa che aiutera’ la guarigione, in effetti poi non sortisce l’effetto desiderato... ed a volte causa la morte, certo il malato od i suoi parenti non saranno incoraggiati a fidarsi nuovamente di quel professionista.
E’ molto difficile difendersi da tali prodotti, che in modo fraudolento copiano anche le confezioni esterne e replicano il nome originale del farmaco in questione: ho visto del Metakelfin contraffatto e non contenente alcun principio attivo... ma la scatola era perfettamente uguale a quella del farmaco originale prodotto dalla Farmitalia. A volte ci si puo’ accorgere che si tratta di un falso leggendo con attenzione il nome e la posologia. Ci possono essere errori di battitura in una confezione “craccata”. E’ in commercio in Kenya per esempio una medicina falsa dove si puo’ leggere sulla scatola: DPSE invece di DOSE. Il consiglio che ci e’ stato dato e’ di fidarci solo di grandi compagnie (anche asiaticheo o di Paesi in via di sviluppo), che pero’ abbiano il pieno riconoscimento degli organi competenti della Nazione in cui operiamo.
A Chaaria fortunatamente siamo relativamente protetti da questo punto di vista in quanto normalmente acquistiamo tutti i nostri farmaci al MEDS (Mission for Essential Drugs Supply), che e’ dotato di un ottimo laboratorio per il controllo di qualita’ dei farmaci prima di offrirli agli ospedali. Il problema pero’ si affaccia quelle volte in cui restiamo sprovvisti di un certo farmaco e dobbiamo rivolgerci ad una farmacia locale. I farmaci piu’ frequentemente falsificati in modo fraudolento sono: antimalarici, antibiotici, antinfiammatori, ma anche farmaci come i contraccettivi od i chemioterapici antitumorali. C’e’ stato il caso in Kenya di un falso anticoncezionale spacciato come prodotto di erboristeria: in realta’ conteneva ormoni femminili a dosi inaccettabili. Le mamme che assumevano tale medicina, allattavano ignare ed i bimbi maschi sviluppavano un seno femminile, mentre per le bambine si registravano micromestruazioni ed ingrandimenti uterini.
Per i farmaci antitumorali falsi e’ ancor piu’ difficile il reperimento, in quanto spesso una persona che inizia la chemio e’ gia’ in stato neoplastico avanzato, e quindi i parenti attribuiranno la morte non al fatto che il congiunto non ha assunto il principio attivo desiderato (o non lo ha ricevuto nella dose desiderata), ma al procedere della malattia tumorale stessa. Il racket delle medicine contraffatte e’ un grande crimine che spaventa anche noi, in quanto c’e’ sempre il rischio di immettere nel corpo di un malato un prodotto che non contiene le dosi che riteniamo opportune; oppure di usare un medicamento contenente sostanze del tutto diverse da quelle che pensiamo... ed a volte dannose o mortali. Certamente anche Chaaria si allea nello sforzo proposto dall’Ambasciata degli USA e dal Governo del Kenya, per eradicare questa pestilenza dalla faccia della terra.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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