mercoledì 27 aprile 2011

Il tipo di fratello che più mi piace

Mi chiamo Kimani e sono debole mentale; la gente sempre ritiene che io non sia capace a pensare e ci relega negli istituti considerandoci piu' o meno come spazzatura.
Sono al Cottolengo da quando ero bambino, e quindi mi sono fatto le mie idee anche sulle persone che sono al nostro servizio.
Oggi parlo dei Fratelli perche' sono quelli con cui siamo piu' direttamente in contatto... ma le cose che dico possono essere applicate benissimo anche alle suore.
Io ritengo che il Fratello migliore per noi sia quello che ha tanta pazienza e tanta gentilezza. Noi abbiamo bisogno di tenerezza; siamo tutti abbandonati dalle nostre famniglie ed isolati dalla societa'. Un Fratello che sia sempre buono e tenero con noi aiuta veramente tanto, mentre uno sempre burbero e altezzoso ci fa star solo male. E' vero che siamo come bambini, e quindi dobbiamo essere anche aiutati a crescere un po', ma e' altrettanto vero che con le buone maniere e con la dolcezza noi rispondiamo molto meglio. La durezza di carattere ci inibisce e ci fa paura; la bonta' apre il nostro cuore.
Poi penso che una caratteristica altrettanto significativa per un Fratello che si dedica a noi, sia quella della dedizione: e' importante vedere un Religioso che sta con noi dal mattino alla sera. In questo modo comprendiamo che siamo importanti per lui, ed abbiamo un posto significativo nella sua vita; ma se un Fratello, che si dice al nostro servizio, non e' mai presente al nostro fianco, non credo che a ragione possa chiamarsi nostro servitore.
Poi mi piacciono i Fratelli che si tirano su le maniche e lavorano veramente: tutti mi parlano di un certo Fr Gabriele che in Italia ha sacrificato la vita per i Buoni Figli. Ebbene, mi dicono anche che li lavava, e prestava loro tutti i servizi piu' umili, in modo diretto. Mi piace quando vedo un Fratello che fa i bagni ai miei compagni o li aiuta ad andare al gabinetto... io per fortuna mi so lavare da solo e sono indipendente per i servizi!
E' molto diverso vedere un Religioso curvo su una vasca da bagno e grondante di sudore, dall'incontrare invece un altro tipo di Fratello che passa solo per qualche attimo dando ordini ai dipendenti di fare i bagni. I Fratelli direttamente prestano i loro servizi, ed i dipendendi sono li' per aiutarli a fare quello che loro non riesce a portare a termine. Il Fratello non puo'essere un datore di lavoro che non si sporca le mani... almeno questo lo penso io che sono un handicappato!
Il Fratello che mi piace di piu' e' quello che cosidera i momenti di punta del lavoro come sacri: sara' quindi sempre presente ad imboccare chi non puo' mangiar da solo; a lavare i denti dei piu' gravi; a pulire il "sedere" di tanti di noi. Non manchera' mai a questi momenti sacri!
Poi, se puo', si concedera' anche una partita a dama con noi, perche' noi siamo i suoi figli e la sua famiglia... non sara' sempre li' a cronometrare i minuti di servizio, pronto a sfrecciare via ed a ritirarsi in camera sua! Il tempo speso con noi lo rendera' felice e realizzato, perche' lo qualifichera' come autentico Fratello del Cottolengo.
Ecco un po' di pensieri sparsi, ma spero che mi abbiate compreso lo stesso. Un abbraccio a tutti.

Adriano Kimani


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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