giovedì 28 aprile 2011

La legge di Murphy

In parole povere questa legge esprime matematicamente quello che tutti noi sperimentiamo quotidianamente: “piove sempre sul bagnato” potrebbe essere la traduzione popolare della legge di Murphy.
E’ come se, quanto piu’ speriamo che qualcosa non accada, quel fattaccio si avvera proprio quando meno lo desideriamo.
Ed e’ successo ancora una volta!
Da ieri manca la corrente elettrica, e proprio in occasione di un black-out di tali dimensioni, entrambi i generatori sono andati in panne.
Il nostro elettricista Reuben e’ riuscito a riparare oggi il piccolo, e siamo quindi riusciti ad avere un po’ di corrente almeno per fare le ecografie, le gastroscopie e gli esami di laboratorio... Ma senza il generatore grande non si parla di pompare acqua, di usare le lavatrici o di sterilizzare.
Abbiamo razionato l’acqua in modo estremo, riducendo al minimo le pulizie, e sospendendo ogni tipo di irrigazione. In lavanderia abbiamo lavato a mano; ma il vero problema e’ che non riusciamo a sterilizzare e pare che il generatore grosso non sara’ pronto prima di domani sera... nella piu’ ottimista delle ipotesi possibili!
Per stanotte avremo la luce dei pannelli solari per le camere dell’ospedale, mentre comunita’ e Buoni Figli useranno le lmpade a petrolio. Se ci sara’ un cesareo, accendero’ il generatore piccolo... ma se i cesarei fossero piu’ di due, potrei non avere materiale sterile e potrei trovarmi nella situazione di dover trasportare a Meru l’operanda.
Inutile dire che questa nostra situazione e’ davvero stressante e ci fa toccare con mano quanto siamo vulnerabili e davvero attaccati ad un filo.
Tutto dipende dalla corrente, e questa diventa sempre piu’ erratica ed inaffidabile! Nessuno forse ci bada in Italia, perche’ l’elettricita’ c’e’ sempre; ma qui l’energia e’ il nostro stress numero uno: quando capita che insieme manchi la luce per moltissime ore ed i generatori non funzionino, allora tutto crolla con un effetto domino: non vanno le pompe e quindi non c’e’ acqua; senz’acqua non si puo’ lavare la biancheria e non si puo’ fare l’igiene dei pazienti; anche se poi si andasse al fiume per il bucato (cosa che potrebbe succedere gia’ domani), poi comunque non si potrebbe sterilizzare (e sempre domani potrebbe succedere che andiamo ad elemosinare in qualche ospedale la possibilita’ di usare le loro autoclavi).
Questo e’ quanto sta capitando oggi a Chaaria per il solito effetto della legge di Murphy. Il generatore grande non avrebbe potuto andare il blocco in una normale giornata in cui le interuzioni di energia durano per pochi minuti... sarebbe stato troppo facile! Era giurato che il problema meccanico si verificasse quando la normale corrente di rete sarebbe mancata per 48 ore o forse piu’.
Penso a strutture amiche, come Ndugu Zangu in Kenya o come l’ospedale comboniano di Mapuordit in Sud Sudan, i quali hanno un sistema di pannelli solari che li rende totalmente indipendenti... oppure all’ospedale di Kiremba in Burundi (dove alcuni miei amici lavorano), che produce tutta la corrente necessaria con una turbina privata. Sospiro sconsolato, dicendo a me stesso che sarebbe bello se anche noi potessimo essere indipendenti dal punto di vista energetico.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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