sabato 2 aprile 2011

Percentuali e trend degli ultimi tre anni

Le nostre capacita’ di elaborare dati statistici non ci hanno permesso di realizzare delle torte piu’ particolareggiate.
Dai 3 grafici sotto mostrati, e relativi rispettivamente al 2009, 2010 e 2011, riusciamo comunque ad estrapolare dei trend interessanti pur se parziali (teniamo conto che i dati del 2011 si riferiscono solo ai primi tre mesi della nostra attivita’).
Il primo elemento che salta agli occhi e’ l’importanza della chirurgia ostetrico-ginecologica (da tener conto che operazioni frequenti come quelle per cisti ovariche e per gravidanze ectopiche sono andate a finire nella dizione “other”).
Ricordo al lettore italiano che C/S vuol dire taglio cesareo e D/C si riferisce alla revisione della cavita’ uterina.
Se i dati del 2011 confermeranno quanto avvenuto tra il 2009 ed il 2010, dovremmo assistere ad una riduzione percentuale del numero dei cesarei, che non indica affatto riduzione del numero totale delle suddette operazioni, quanto un aumento della varieta’ e complessita’ degli interventi da noi eseguiti (la categoria “other” ha infatti un trend in salita, e questo grazie all’aumento del numero dei volontari chirurghi).
L’aborto e le sue complicazioni rimangono un problema molto importante per la nostra popolazione, e la revisione della cavita’ uterina costituisce una significativa risposta del nostro ospedale a tale bisogno.

Fr Beppe





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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