sabato 23 aprile 2011

Sono partiti

Li abbiamo salutati ufficialmente durante la cena del giovedi’ santo, e poi alle 5 di mattina di venerdi’ 22 aprile, in compagnia del nostro Joseph, sono partiti alla volta di Nairobi, dove l’aereo della Ethiopian Ailines li aspettava per riportarli felicemente in Sardegna, per la Pasqua “con i tuoi”.
Li ringraziamo di tutto quanto hanno fatto per noi e per i poveri di Chaaria, ma soprattutto per la grandissima disponibilita’ e per l’entusiasmo dimostrato in queste due settimane.
Siamo stati bene con loro, e speriamo che Chaaria costituisca un tassello importante nel cammino della loro vita.
Dai loro discorsi abbiamo avvertito un grande amore verso i poveri, ed una notevole determinazione a ripetere l’esperienza con noi, per renderla ancora piu’ piena e fruttuosa.
Speriamo quindi di poterli rivedere presto qui in Kenya.
Al momento Chaaria e’ sguarnita; non ci sono volontari... ma attendiamo l’arrivo dei nuovi collaboratori il 28 aprile.
Mentre saluto tutti i volontari passati e futuri, desidero augurare ai lettori del blog una Pasqua gioiosa e serena, colma dei doni che Gesu’ risorto ha pensato per ognuno di voi.
Pasqua e’ gioia, perche’ Cristo ha vinto la morte ed ha promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi.
AUGURI.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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