sabato 16 aprile 2011

Vacche magre... Ma volontari molto bravi!



Per la prima volta in non so quanto tempo, non ci sono volontari in servizio in ospedale. E’ molto strano per noi, e soprattutto questo fatto ci obbliga a coinvolgere nuovamente Makena di notte per i tagli cesarei.
Abbiamo pero’ tre volontari eccellenti del gruppo “Karibu Africa” di Cagliari.
Si tratta di Sara, che presta il suo servizio nel centro dei Buoni Figli e divide la sua attivita’ tra i lavori di assistenza ai nostri ospiti, la scuola speciale e le attivita’ occupazionali. Collabora con i Fratelli e le Suore operanti nel Centro, e sta facendo un ottimo servizio di cui le siamo molto grati.
Abbiamo poi Giuseppe e Maurizio, tecnici ortopedici di professione, i quali si stanno occupando di un preziosissimo lavoro di manutenzione delle carrozzine, delle barelle, oltre che di altri mobili. Stanno anche preparando i copri-sedili per la nuova Land Rover.
Essi inoltre confezionano le stampelle per i degenti fratturati e riparano le scarpe ortopediche ed i calipers dei nostri ospiti.
Hanno anche preparato corsetti di contenzione per malati con problemi alla colonna vertebrale, e cuscinetti di spinta laterale per migliorare la postura dei nostri Buoni Figli sulle loro carrozzine.
La presenza di tecnici ortopedici ci ha trovati leggermente impreparati, soprattutto a causa di mancanza di un appropriato laboratorio, ma essi han saputo organizzarsi benissimo, e con la loro estrema disponibilita’ hanno colmato le nostre lacune.
Ancora una volta dobbiamo rendere grazie a Dio per quanto i volontari ci donano con entusiasmo, freschezza e disponibilita’ massima.
Volentieri esprimiamo al mondo il messaggio che i tre volontari ci hanno lasciato per tutti i lettori del blog: “VIVA LA SARDEGNA!”.

Fr. Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....