lunedì 11 aprile 2011

Verso la Beatificazione del Venerabile Francesco Paleari - Convegno


PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

7 maggio 2011 • 72° anniversario del pio transito del Venerabile Mons. Francesco Paleari
Verso la Beatificazione
del Venerabile Francesco Paleari - Convegno
Sala Convegni della Piccola Casa • via Cottolengo 12 - Torino
7 maggio 2011
“Vi darò pastori secondo il mio cuore”
don Francesco Paleari,
testimone della carità di Cristo
ore 15.30 Portano il loro saluto:
Padre Aldo Sarotto Padre della Piccola Casa della Divina Provvidenza
Don Mario Gonti Parroco di Pogliano Milanese
ore 15.50 “DON FRANCESCO PALEARI, TESTIMONE
DELLA CARITÀ DI CRISTO” (audiovisivo)
ore 16.00 “DON FRANECSCO PALEARI, SACERDOTE
DELLA PICCOLA CASA”
Don Lino Piano, ssc incaricato per la Piccola Casa della Causa
di Beatificazione del Venerabile Francesco Paleari
intermezzo musicale
ore 16.30 “DON FRANCESCO PALEARI, SACERDOTE
A SERVIZIO DELLA CHIESA TORINESE”
Don Paolo Ripa di Meana, sdb Vicario Episcopale
per la Vita Consacrata dell’Arcidiocesi di Torino
intermezzo musicale
ore 17.00 “LA SANTITÀ DI DON FRANCESCO PALEARI”
P. Giovanni Califano, ofm Postulatore della
Causa di Beatificazione del Venerabile Francesco Paleari
ore 17.20 Canto dell’Inno dedicato a Mons. Franecsco Paleari
“CELEBRIAMO LA GLORIA DEL SIGNORE”
del Maestro Davide Tepasso eseguito dalla Corale
“Santa Cecilia” della Piccola Casa della Divina Provvidenza
Modera il convegno don Carmine Arice, ssc
Direttore dell’Ufficio Pastorale Cottolenghino
ore 18.00 Presso la Chiesa Grande della Divina Provvidenza
Santa Messa presieduta da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Guido Fiandino
Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Torino
e animata dalla Corale Parrocchiale di Pogliano Milanese.
Venerazione delle reliquie del futuro Beato.

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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