venerdì 27 maggio 2011

Reintegrazione

La decisione non e' stata semplice, ed ha richiesto una lunga riflessione, ma alla fine siamo arrivati alla conclusione di permettere a Joel Ntururu ed a John Kiberenge di rientrare definitivamente in famiglia.

Da tempo lo chiedevano. Noi abbiamo fatto alcune indagini. Per Joel si tratta di tornare a vivere con la sua mamma, dove gia' vivono i figli di Joel stesso. Sua moglie infatti se ne era andata subito dopo l'incidente che lo ha reso paralitico. La madre e' contenta di riaccoglierlo e cosi' pure i suoi figli. Noi rimarremo in contatto, pronti ad intervenire nel caso il decubito torni a costituire un problema per Joel.

Per John Kibe la situazione e' piu' complessa in quanto lui praticamente non ha una casa. Ha pero' tre sorelle che si sono incaricate di ospitarlo a tempi determinati.

A differenza di Joel, John non avra' quindi una casa fissa, e sara' un po' palleggiato tra le sorelle. Noi seguiremo la cosa da lontano.

Speriamo che questo esperimento di reinserimento funzioni e sia per il bene dei due nostri ex ricoverati.


La comunita' di Chaaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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