mercoledì 1 giugno 2011

L'arrivo del container da Cagliari

E’ stata una lunghissima odissea, ma oggi lo abbiamo visto con i nostri occhi!
Gia’ il percorso in mare e’ lunghissimo, e reso molto piu’ preoccupante dal numero crescente di pirati al largo delle coste somale. Abbiamo davvero temuto che la nave che trasportava il nostro container potesse essere presa in ostaggio.
Poi, altri problemi sono insorti a Mombasa, a causa di un problema al sistema informatico della frontiera. Per un certo periodo addirittura non si riusciva a sapere dove fosse il container, in quanto i documenti dall’Italia erano arrivati non piu’ in forma cartacea ma telematica.
Poi, seppur con vari timori, il nostro container e’ stato identificato: sono quindi iniziate certosine procedure di controllo doganale, che hanno trattenuto il nostro materiale per vari giorni, facendo temere a Luciano Cara ed al team di Cagliari di non riuscire a vedere il container a Chaaria prima della loro partenza per l’Italia (programmata per dopodomani).
Ma poi oggi e’ finalmente arrivato a Chaaria!
Naturalmente e’ giunto in pieno accordo con un perfetto “african time”: doveva essere qui alle 8 am... e lo abbiamo visto entrare dal cancello alle 10.30 am.
L’arrivo del container doveva anche coincidere la messa in posa del “transatlantico”, cioe’ l’enorme generatore donatoci l’anno scorso dal gruppo “Karibu Africa”: infatti il camion della compagnia trasportatrice possedeva l’unica gru in grado di sollevare ben 10 tonnellate di unita’ autogena.
Nei giorni scorsi c’e’ stato quindi un lavoro febbrile anche da parte dei muratori, per preparare intempo utile le fondamente ed il basamento per il generatore stesso.
Ma il puzzle si e’ incastrato bene.
Oggi e’ stato un momento di intensissimo lavoro: abbiamo scaricato tutti i preziosi doni contenuti nel container, ed infine abbiamo trasportato con la gru il “bestione” che ci dara’ una grandissima mano nell’affrontare i sempre stressanti problemi di approvvigionamento energetico per la missione.
Ma oggi e’ stato anche un bel momento di “cordata” e sforzo comunitario.
Il nostro ringraziamento va prima di tutto al gruppo “Karibu Africa” di Cagliari che ha organizzato e sponsorizzato economicamente il container fino al suo arrivo a Chaaria. Gran parte delle preziosissime attrezzature e materiale chirurgico in esso contenuti provengono proprio dagli amici sardi.
Ringraziamo anche la Associazione Volontari Mission Cottolengo, il Prof Alessandro Corsini, il Dr Pietro Rolandi e tutte le persone che hanno donato qualcosa di tutto “questo ben di Dio” per i poveri di Chaaria.

Fr Beppe a nome della comunita’ di Chaaria 












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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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