giovedì 28 luglio 2011

Giocare a pallone per chi è nel bisogno

Carissimi giovani di Casalgrasso,
a nome di tutte le persone che a Chaaria soffrono nel nostro ospedale, desidero ripetervi il nostro grazie per il contributo che riceveremo dopo il torneo di calcetto da voi organizzato.
Manco dal paese natio da trent’anni... esattamente saranno 30 anni il 1 settembre... ma voi non vi dimenticate mai di me e sempre mi siete vicini con iniziative di vario tipo, con il vostro affetto e con tanta stima che davvero sento e di cui vi sono molto grato.
Con la vostra offerta penso di acquistare dei farmaci anestetici, che a noi sono molto necessari e che vanno come il pane con il numero altissimo di operazioni da noi eseguite tutti i giorni.
Che Dio vi ricolmi di ogni bene, e benedica il vostro pallone solidale!
Un particolare ringraziamento anche al nostro parroco, sempre cosi’ attento alla nostra missione tra i malati qui a Chaaria.
Penso che siate al corrente della situazione tremenda di fame e siccita’ nel Nord del Kenya: vi chiedo una preghiera per i tre milioni di Keniani che non hanno da mangiare e soprattutto per i bambini denutriti.

Fr Beppe Gaido 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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