sabato 13 agosto 2011

Grazie ai volontari che partono



Ringraziamo di cuore Federica ed Elena (specializzande in Medicina Interna), e Marco (specializzando in Chirurgia) per le tre intense settimane trascorse a Chaaria.
Insieme abbiamo lavorato, abbiamo sofferto... ma ci siamo donati con generosita' sempre.
Abbiamo fatto degli errori, e da essi abbiamo imparato molto piu' che dai libri.
Soprattutto pero' abbiamo fatto con caparbieta' quello che Ippocrate chiede a noi Medici: abbiamo lottato per la vita.
Ringraziamo anche Diego, ingegnere di professione, che si e' dedicato ad aggiornare ed ampliare il nostro archivio informatico. Il lavoro di Diego non e' stato meno importante, e certamente potra' tradursi in dati statistici che permetteranno di creare nuove conoscenze e nuove sensibilita' nel mondo scientifico riguardo a tante patologie tropicali ancora in parte sconosciute.
Come sempre, il nostro grazie si tradurra' in una preghiera sincera ed in una grande riconoscenza.
La caratteristica che personalmente ho maggiormente apprezzato in loro e' stata certamente l'umilta'... e con cuore a loro auguro di restare sempre cosi' e di non cambiare mai.

Fr Beppe Gaido

 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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