mercoledì 10 agosto 2011

Simona e Chicco

Siamo stati estremamente felici per la visita di Simona e Chicco. Vengono da Cuneo, e sono per me grandi amici! Non e’ il loro viaggio di nozze, ma considerando che sono ancora sposi novelli, per noi rimane l’onore di accoglierli a Chaaria per due giorni. 
E' bello che abbiano deciso di farci visita! Sono in Kenya per un viaggio in cui Simona intende mostrare al suo sposo quell’Africa che l’ha stregata ed ha conquistato il suo cuore. Sono gia’ stati allo Slum di Soweto a Nairobi a far visita ad un amico missionario della Consolata da loro aiutato. 
Ora sono a Chaaria e Simona puo’ mostrare a Chicco i Buoni Figli che ha tanto amato, e l’ospedale dove si e’ donata per ben tre volte come volontaria infermiera. Domani ci lasceranno e visiteranno la missione di Maralal verso il Nord; e quindi andranno a Kisumu all'estremo Ovest del Kenya per una simile esperienza. 
Non sono turisti: sono infatti in qualche modo in missione umanitaria per conto del GRUPPO MUSIC FOR KENYA di Passatore (CN). E' un gruppo di artisti che organizza concerti umanitari a favore del Kenya appunto... ed ormai da alcuni anni una parte dei loro introiti sono per Chaaria. 
Grazie a Music for Kenya e grazie a Simona e Chicco. Useremo i soldi nel modo piu' onesto ed a favore di chi ne ha piu' bisogno. 
Buona continuazione del vostro viaggio! 

Fr Beppe Gaido 




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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