domenica 9 ottobre 2011

Progetto Perle nere - Erick Kithinji


Nome: Erick Kithinji

Data di nascita: 19/01/1979

Tipo di disabilità: disabilità mentale media associata a grave disabilità fisica

Data di accoglienza al centro: 01/01/1991

Rapporti con la famiglia: la madre e le sorelle vengono con una certa frequenza a fargli visita

Cenni biografici: i genitori si sono accorti della sua disabilità, quando Erick aveva sei mesi ed non era in grado di stare seduto ne di articolare i normali movimenti. Quello che si sa è che il parto fu molto difficile con complicazioni. Queste complicanze presumibilmente sono la causa della sua disabilità

Note particolari: Erick è un grande appassionato di musica. La sua piccola radio portatile è il suo tesoro che custodisce con amore ed attenzione. Nonostante la sua grave disabilità fisica, si impegna molto nella fisioterapia del centro e nei laboratori occupazionali per mantenere e migliorare le sue capacità. Attento ai suoi compagni di vita, si preoccupa molto degli altri e sa comunicare agli operatori le esigenze e i bisogni degli altri.

Adottato da: Poddighe Bruno


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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