domenica 27 novembre 2011

Chaaria floreale

La stagione delle piogge, oltre a portare tanta speranza di buoni raccolti, oltre ad infestarci di zanzare ed insetti di tutti i tipi, oltre a rendere le strade impraticabili e trasformare ogni spostamento un vero incubo, oltre a rendere difficile ai pazienti di raggiungere l'ospedale, oltre a causare frequentissime interruzioni della corrente elettrica, oltre a riempire la nostra shamba di rospi rumorosissimi per tutta la notte... ci fa anche meravigliosi doni floreali come questo: sono infiorescenze bellissime di cui non conosco assolutamente il nome, ma che mi affascinano e mi conquistano con la loro bellezza. 
Quando le contemplo, penso spesso al salmo che dice: "la nostra vita e' come il fiore del campo che al mattino fiorisce, ed alla sera e' falciato e dissecca". 
Infatti tanta bellezza dura pochissimo, al massimo due giorni... e poi il peso del fiore, colmo di acqua piovana, fiacca la resistenza dello stelo, che si spezza facendo stramazzare il fiore a terra. 
La creazione e' un mistero, ed e' veramente stupenda per chi ha occhi attenti e curiosi come i miei. 

Fr Beppe

 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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