giovedì 17 novembre 2011

Gli orfani

Il consiglio di amministrazione di Chaaria ha deciso i seguenti punti riguardo agli orfani ospitati nella missione:

1)   In seguito a ripetute critiche sentite in modo insistente e da piu’ parti, si decide di trasferire gli orfani presso due stanze ricavate nel settore dei Buoni Figli. Il trasferimento viene attuato in data 16 novembre 2011. Tale trasloco risolve vari problemi sollevati per la sistemazione in ospedale: della stanza troppo angusta, della porta sempre chiusa che li isola dall’esterno, e dell’isolamento dal resto dell’ospedale. La nuova ubicazione pone fine al fatto che il reparto orfani sia una propaggine della pediatria. Da ora in avanti dipendera’ dal ministero per l’educaziome.
2)  Il trasferimento nella nuova collocazione offre 2 stanze per i bambini che avranno quindi una zona giorno ed una zona notte. Inoltre il fatto che le due camere si aprano sulla veranda dei Buoni Figli, dove non ci sono barriere architettoniche, permettera’ l’uso piu’ intensivo dei girelli, al fine di evitare ritardi di tipo motorio dovuti a carenze di stimoli. I bambini saranno anche piu’ vicini alla fisioterapia in caso di bisogno.
3)  Il centro offre un bellissimo prato verde che pensiamo molto utile per loro, sia a motivo del gioco sia a motivo della necessaria esposizione ai raggi solari. Inoltre saranno adeguatamente distanti dall’ospedale, evitando cosi’ il pericolo di infezioni nosocomiali.
4)  Quando i bimbi sono malati e necessitano di ricovero, essi saranno ammessi nel reparto di pediatria, occupando possibilmente un lettino con le sponde nella nursery.
5)  Come gia’ avveniva in ospedale, essi avranno tre membri dello staff impiegati a loro servizio, per la copertura dei turni 24 ore su 24 e per 7 giorni alla settimana. Ogni turno sara’ costituito da una sola operatrice. I volontari potranno collaborare nelle modalita’ stabilite dal nuovo responsabile del servizio Fr Roberto Trappa. Si cerchi pero’ di non voler imporre modalita’ di servizio troppo europee e per noi difficili da portare avanti, e si consideri il fatto che le donne impiegate per gli orfani sono tutte madri di famiglia che sanno come allevare figli in questo contesto sociale. Si cerchi inoltre di guardare al positivo di tutto quello che facciamo per loro e non solo e sempre a quello che ancora non facciamo.
6)  Il personale degli orfani e’ anche incaricato della pulizia degli ambienti e del lavaggio della biancheria, ed e’ quindi chiaro che non potranno essere presenti ogni minuto con i bimbi... ma saranno sempre nei paraggi. Ripetiamo ancora che, come per il passato, ci sara’ sempre uno staff anche durante la notte.
7)  Il personale sanitario dell’ospedale sara’ incaricato della cura di malattie intercorrenti. Anche questo lo abbiamo sempre fatto, ed e’ stato a volte doloroso sentire dei commenti del tipo: “ma voi gli orfani li guardate? Lo sapete che Miriam ha una dermatite da contatto sul sederino?”.

Siamo aperti a nuove indicazioni da parte dei volontari, ma chiediamo che siano proposte costruttive e realistiche, che tengano conto pure del molto che facciamo e non solo di quello che ancora non riusciamo a fare. 
Le proposte poi devono essere attuabili, accettabili economicamente, e soprattutto possibili da continuare nel tempo.
Come gia’ indicato in passato, un logopedista ci ha consigliato che il personale che serve gli orfani, deve comunicare con loro nelle lingue usate in questa nazione. 
E’ quindi estremamente importante che i volontari impiegati nel settore degli orfani possano comunicare con loro in Inglese.
I tempi di trasferimento presso l’orfanotrofio di Nkabune saranno decisi dal responsabile Fr Roberto Trappa, dopo aver consultato il Consiglio di Amministrazione della Missione.
Il personale dei Buoni Figli e le Suore la’ impiegate coopereranno al servizio degli orfani, coordinandosi con il personale specificamente ad essi dedicato.

Il Consiglio di Amministrazione di Chaaria





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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