sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale 2011


Carissimi lettori e volontari,
so che molti di voi stanno raccogliendo fondi per noi con grandissima generosità, altri si preparano a venire; altri collaborano a vario titolo alle attività della Associazione (cene di Natale, concerti, mostre fotografiche, calendario, ecc). So che questo è un vostro modo di dirci che ci volete bene e che vi ricordate sempre di noi.
Lino e Luciano ci informano puntualmente della vostra generosità e del vostro impegno, ed è per questo che sentiamo il bisogno di dirvi grazie con tutto il cuore per tutto quello che fate. E’ un segno che apprezzate quello che il Signore ci ha concesso di realizzare in questi anni. Infatti ci sentiamo sostenuti ed incoraggiati dalla vostra simpatia e dalle vostre preghiere. Oggi ringraziamo in modo particolare per l’efficace risposta al nostro S.O.S. riguardante l’attivita’ odontoiatrica: Mercy potra’ andare in ferie a febbraio, mentre nel mese di gennaio potra’ imparare nuove tecniche di lavoro, grazie alla maratona di volontariato organizzata per i mesi di gennaio e febbraio attraverso il coordinamento delle due associazioni di Torino e Cagliari
Qui l’atmosfera di Natale è poco visibile. Il sole brilla limpidissimo in un cielo blu, e fa anche un caldo afoso che ricorda di più il ferragosto italiano che il Natale. Non ci sono addobbi per le strade ed anche la Chiesa parrocchiale è completamente spoglia di segni esterni. All’infuori di un modesto presepe.
Anche noi abbiamo fatto il presepio nel Centro Buoni Figli.
A Chaaria non ci sono vetrine, e qui non esiste la tradizione dei doni natalizi. I bambini non sanno di Gesù Bambino che porta i regali ai buoni, ed il carbone ai cattivi. Non conoscono Babbo Natale (se non i figli di famiglie abbienti che possono frequentare il supermercato a Meru, dove un bambolone gigante si agita e canta: “Merry Christmas”.  Cose come le renne, le slitte, la neve sono totalmente al di fuori del loro orizzonte mentale, dal momento che non li hanno mai visti.
Pero’ le stelle di Natale sono bellissime!
Qualcune e’ alta come un albero!
Comunque anche qui Natale è una festa per la famiglia, una occasione in cui la gente si ritrova a casa e festeggia questa unità anche solo con un pollo, ingrassato per l’occasione.
Il nostro lavoro continua più o meno come al solito, tra tanti malati bisognosi che a volte riusciamo a soccorrere ed a volte muoiono nonostante il nostro impegno. Abbiamo sempre moltissimi parti, che per lo più vanno bene, e questo è per noi di grande consolazione: una nuova vita che nasce è sempre un dono impagabile di Dio che ci incoraggia anche di fronte agli innumerevoli fallimenti in altri campi (malaria, AIDS, TBC... ed ultimamente molti casi di insufficienza renale).
Vedremo quanti Gesu’ bambino nasceranno questa notte nella sala parto di Chaaria!
Pregheremo per voi nella notte santa, durante la Messa di mezzanotte... che qui comincia alle 10, ma finisce dopo le 2: questo è quanto possiamo offrirvi in cambio del vostro sostegno.
Rimaniamo uniti nel Signore.
Appena possibile prepareremo uno schema delle attività dell’anno che sta per concludersi, un anno in cui abbiamo visto le nostre prestazioni dilatarsi ulteriormente, il numero di pazienti lievitare ancora un po’ rispetto all’anno precedente, la tipologia degli interventi diversificarsi ulteriormente e farsi piu’ complessi... mentre il numero dei Buoni Figli è al “tutto esaurito” con 50 presenze.
Tanti cari auguri di Buon Natale e felice anno nuovo.
Ciao. Un forte abbraccio a tutti voi.

Fr Beppe Gaido, Fratelli e Suore di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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