sabato 17 dicembre 2011

Il picknik


Normalmente noi abbiamo bisogno di escursioni in posti lontani ed a volte anche esotici per dire che abbiamo veramente staccato dalla routine quotidiana.
Ma i nostri Buoni Figli sono veramente molto semplici. Per loro bastano le piccole cose, per renderli davvero felici.
Poter andare a Messa alla domenica in ospedale e’ gia’ un evento che loro aspettano per tutta la settimana ed a cui non vogliono assolutamente mancare.
Oggi poi sono fuori di se’ dalla gioia perche’ hanno mangiato, non nel normale refettorio, che costituisce parte della loro routine, ma bensi’ nel verde che circonda la comunita’ delle Suore.
E’ stato un “viaggio” di pochi metri, ma per loro e’ stata una grandissima novita’, che li ha riempiti di entusiasmo e di ilarita’.
C’e’ stato qualche sacrificio in piu’ da parte degli operatori, in quanto servire il pasto e cambiare i pannolini fuori dal solito ambiente porta con se’ qualche singhiozzo, ma e’ stato un esperimento positivo, certamente da ripetere anche per altre destinazioni raggiungibili con le carrozzine nella ed attorno alla missione.
Il Cottolengo sempre diceva che i Buoni Figli sono le “perle della Piccola Casa, le sue vere gemme”, ed e’ nostro costante sforzo farli sentire importanti e felici.
Ringraziamo di cuore il nostro superiore Fr Roberto Trappa per l’idea del pick nick e per le nuove iniziative che porta con fantasia nel gruppo dei “nostri padroni” (secondo un’altra celebre definizione del nostro Padre Fondatore).

Fr Beppe Gaido

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....