martedì 17 gennaio 2012

Messaggio da Aldo e Luciana

Caro Beppe, ci è giunta la notizia che suor Oliva è tornata alla casa del Padre.....
Abbiamo avuto poche occasioni di incontrarla durante il soggiorno mio e di Luciana presso di voi, ma da come ci ha parlato dei suoi ricordi, dalla dolcezza con cui parlava e guardava le immagini dei"suoi bambini", dall'affetto, dall'attenzione e dal rispetto che Le riservavano le sue Consorelle-figlie.
Abbiamo sentito quanto deve essere stata grande la Sua vita e quanto ha dato alla gente ed ai bambini di quel Paese; ed anche Lei, come tante persone incontrate nei nostri periodi in Africa è stata l'espressione di un esempio di bontà e di dedizione da guardare e a cui tendere.
Ora, certamente, Lei ha raggiunto la sua meta e, per favore, porta alle sue Consorelle un abbraccio da parte mia e di Luciana. 
Per te immagino che sia stato molto duro assisterla, pur sapendo che non vi erano speranze di guarigione e che sia stato molto triste veder spegnersi, giorno dopo giorno, una figura così importante per Chaaria, per Tuuru, e chissà per quanti altri posti ove Lei era passata. 
Come al solito, ci si consola pensando che le sue sofferenze ora sono terminate e che ora è lassu', finalmente serena. 

Aldo e Luciana

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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