martedì 7 febbraio 2012

Progetto perle nere - Augustine Otieno


Nome: Augustine Otieno

Data di nascita: 03/01/1996

Tipo di disabilità: disabilità fisica e mentale grave.

Data di accoglienza al centro: 27/07/2011

Rapporti con la famiglia: Solo uno zio telefona una volta al mese perché vive a Mombasa e la nonna è venuta una sola volta a trovarlo perché abita lontano.

Cenni biografici: nato disabile da ragazza madre. La madre essendosi risposata, ha dovuto abbandonare Augustine dalla nonna, perché in Kenya il marito non accetta i figli di un altro uomo. Dopo essere stato ricoverato a Chaaria, la nonna vedendo gli altri ragazzi disabili, ha chiesto al Cottolengo di poter accogliere anche Augustine, perché essendo povera doveva lavorare e non poteva prendersi cura di lui.

Note particolari: di famiglia cattolica è stato battezzato.
Nonostante la sua grave disabilità mentale, Augustine è molto gioioso ed in grado di comunicare con gli altri anche se non parla.
Non è in grado di mangiare da solo e deve essere aiutato per l’igiene personale.

Adottato da: Sabrina Pilloni



 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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