domenica 4 marzo 2012

Arrivato l'istologico


Isaiah viene da Matiri, e si presenta da noi per una massa dura del palato, in regione mediana.
Mercy mi chiama a consulto e mi chiede cosa ne penso. Mi dice che ha gia’ provato ad aspirare con un ago, ma non ne ha ricavato liquido: si tratta dunque di una formazione solida.
Penso rapidamente all’arteria palatine ed ai grossi rischi che correrei ad avventurarmi in un’area del corpo che conosco poco. Poi penso che dopo pochissimi giorni sarebbero arrivat prima Enrico e poi Alex.
Abbiamo dato ad Isaiah un appuntamento.
Il giorno prefissato, pur venendo da lontano, lo abbiamo visto in sala d’attesa gia’ prima delle 9.
Alex e Manuela gli hanno fatto una generosa anestesia locale ed hanno iniziato a lavorare, con il paziente sdraiato sulla poltrona odontoiatrica.
Hanno scelto di accedere scollando il palato a partire dai molari superiori di destra.
Tutto e’ andato benissimo. Alex e’ riuscito ad isolare l’arteria palatine senza romperla; ha estratto una massa tondeggiante, parzialmente capsulate, delle dimensioni di una castagna.
Esaminando la parte non capsulate, ci e’ parso un adenoma; abbiamo pero’ anche notato che il palato osseo era parzialmente eroso, anche se non si era ancora realizzata una comunicazione tra bocca e naso.
Si e’ quindi reso necessario convincere il paziente sulla necessita’ di un esame istologico.
Alex e Manuela hanno poi richiuso il palato in modo magistrale, usando del filo riassorbibile. In tal modo Isaiah non avra’ la scocciatura di tornare a togliersi i punti.
Ci saluta e riprende il cammino verso casa… ma poco dopo ritorna, accompagnato dal watchman: sta in piedi a mala pena; suda freddo, e sembra sul punto di perdere i sensi.
Lo mettiamo rapidamente in barilla e si attiva un clima da ER televisivo: i volontari corrono e ripetono indicazioni terapeutiche in italiano ai nostril infermieri che naturalmente non comprendono e rimangono immobili. Gli prendiamo una vena, ed infondiamo liquidi in abbondanza. La revisione della parte operata e’ rassicurante. Non ci sono segni di importante sanguinamento.
Il ragazzo puo’ comunque parlare: “Quando hai mangiato l’ultima volta?”
“Stamattina alle 6”.
“Considerando che sono gia’ trascorse 7 ore dalla colazione puo’ darsi che si tratti solo di un misto dip aura e fame. Facciamo un emocromo ed una glicemia!”
“Gia’ fatto: entrambi perfetti”.
Intanto Isaia cessa di sudare come un cavallo e si rasserena. La pressione ed il polso, imprendibili nei minuti precedenti, ora sono nella norma. Finiamo l’ultima flebo e lo lasciamo andare.
“ Ci hai causato una bella strizza. Comprati subito qualcosa da mangiare qui fuori!”.
Isaiah ora e’ andato a casa, e non ha piu’ accusato problemi.
L’istologico e’ arrivato tre settimane piu’ tardi: e si tratta di un fibroma , formazione assolutamente benigna. La bocca di Isaia e’ completamente guarita e lui sta benissimo.
Non possiamo fare altro che rallegrarci con lui ed essere soddisfatti del nostro lavoro di chirurgia orale.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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